Recentemente qualcuno, a proposito dei denari che l’Amministrazione comunale di Crotone sta spendendo in attività di spettacolo, ha detto che siamo tornati ai tempi delle “tre effe”, cioè della famigerata politica del “farina, forca e feste” adottata da “Franceschiello”, ovvero dal Re Francesco Ferdinando II di Borbone, rivalutando un metodo di governo degli antichi romani noto come “panem et circenses”.
Nel caso in specie di Crotone, la farina è rappresentata dalla intensa attività di piccoli e piccolissimi interventi dedicati alla cura e manutenzione del decoro urbano nonché a opere pubbliche di modeste dimensioni. Tali attività determinano comunque l’impiego di risorse umane che, lavorandovi, riescono a portare a casa il classico “coppino di brodo” per la famiglia: il pane per sfamarsi. La forca è invece la scelta del Comune di Crotone di non aderire alla definizione agevolata delle cartelle esattoriali adottata dal Governo con la legge di bilancio 2023, per cui nella città di Pitagora ogni tributo, multa o sanzione, dovrà essere pagata per intero, e senza sconti, da ogni cittadino.
Ma non finisce qui, perché per fare cassa il comune di Crotone ha dipinto di blu ogni tratto di strada per far pagare parcheggi e soste a chiunque, senza distinzioni riconducibili a bisogni essenziali, a frequentazione obbligatoria di luoghi e situazioni residenziali. Senza limiti orari, senza differenza tra giorni feriali e festivi.
A Crotone si organizza una corsa coi sacchi su un tratto di strada ed ecco l’apposizione di cartelli di divieto di sosta con rimozione coatta; c’è il mercatino del giovedì (ed eventuali recuperi nel mese), stessa cosa. Idem quando si tratta di sondare tratti di strada alla ricerca di evidenze di interesse storico- archeologico. Insomma, parafrasando i versi cantati dal celebre cantautore Rino Gaetano: a Crotone, a mano a mano, ogni cosa paghiamo e l’asfalto è sempre più blu.
E siamo alle feste: non si celebra la Festa della Madonna di Capocolonna a causa del maltempo, non avendo il coraggio di rinviarla, ma si garantisce l’esibizione di un cantante che ha fatto il suo tempo con un palco a prova di spifferi, pioggia e uragani. Poteva essere buona, anche se così tanto lontana dall’essere originale, l’idea delle installazioni luminose con i versi di canzoni di Rino Gaetano tra via V. Emanuele e via Raimondi. Le luci solitamente si accendono solo di sera e quella zona, purtroppo da molti anni, è un deserto già di giorno; le poche botteghe rimaste sono quelle tirate su da immigrati orientali che vendono prodotti ortofrutticoli esotici, cover per cellulari e cianfrusaglie varie. Forse avrebbe avuto un senso accendere versetti del Corano, più che frasi di canzoni. In altre parole, davvero non si sentiva la necessità dell’intervento in specie che pure sarà costato bei soldini.
Ma l’intero pianeta sembra attraversare terribili tempi di peste: dal Covid19 alla guerra in Ucraina e gli effetti devastanti del grande riflusso che c’è in atto, finiscono per divenire rigurgito nel più ristretto ambito delle realtà locali. E’ ciò che accade a Crotone, dove riflusso (soprattutto quello culturale) e rigurgito camminano di pari passo, ma c’è la peste e ogni giorno ci siano feste; volendo sintetizzare l’intervento posto in essere dalla Amministrazione comunale per l’estate 2023. Si era detto che c’era un gruzzoletto da centomila euro da spendere nel relativo concorso di idee indetto all’uopo, ma si è raggiunta la soglia dei 350 mila euro di spesa prevista, come riferito da un giornale locale che ha riportato le parole del vicesindaco. Quindi dinanzi a cotanta spesa c’era da aspettarsi una stagione lirica, un festival di sapore spoletino, una stagione teatrale estiva, un contest musicale di altissimo livello.
Ponendo in essere tutte queste cose messe insieme sarebbero avanzati pure dei quattrini e invece si sono aperte le porte degli ospizi ad artisti che, purtroppo per loro, vivono tra ingaggi per feste patronali e sussidio della “Legge Bacchelli”. E’ successo una volta in Sardegna che un cantante per esibirsi accettò di essere pagato in pecore, qui a Crotone questa estate gli sarebbe andata certamente meglio. Non c’è dubbio che da un ventennio a questa parte il livello di attività culturali nella città di Pitagora sì è abbassato tantissimo, sino a raggiungere la fatidica “quota di campagna” , come direbbero i geometri, oppure terraterra, tradotto in gergo popolare. Si è passati, senza soluzione di continuità e distinzione tra una amministrazione e un’altra succedutesi in questo lasso di tempo, dalla Divina Commedia alle “Avventure di Topo Gigio”.
Ma l’estate 2023 rappresenta comunque una svolta; mai un comune aveva speso tanti soldi e tanto male con un cartellone destinato esclusivamente a fare aggregazione sociale e creare opportunità di svago e di conseguenza folla, però così lontano dal costituire un elemento di attrazione turistica in una città millenaria con un illustre passato e tanti chilometri di spiaggia. Adesso non resta che prendere appunti sulle date delle kermesse per starsene lontani dalla città nei giorni in cui avranno luogo.
Antonella Policastrese