Povero San Francesco, si rivolterà nella tomba al sapere che i suoi frati sono diventati impavidi affaristi, e che banchettano con politici. Altro che mense dei poveri e povertà! Vale la pena far sapere ai cittadini calabresi ed acresi in particolare che il convento dei Cappuccini di Acri nella persona di Padre Francesco Donato, catanzarese di adozione ma ormai ben radicato nella cittadina silana, ha ricevuto, leggete bene, una settimana prima delle ultime elezioni (gennaio 2020) un contributo regionale firmato dal cattodemocratico Aieta, di euro 100.000.00 per la ristrutturazione della biblioteca conventuale (Decreto N°. 16520 del 19/12/2019).
Tutto è davvero curioso e fa ridere (per non dire piangere), considerando che non ci sarebbe alcun interesse a restaurare una biblioteca collocata all’interno del convento e senza accesso al pubblico e con pochi testi importanti. Che senso ha investire in qualcosa che ha poco valore e che non garantisce alcun ritorno per la comunità? Non ci vuole certo una laurea o un master oltreoceano per capire tale ovvietà.
Vergognoso è usare i soldi pubblici per continuare a finanziare privati che si spacciano per portatori della povertà francescana. Ecco che dati i fatti sopracitati, si spiega il voto di scambio (per il quale il consigliere Aieta insieme al sindaco di Acri è già indagato) ed il sostegno della Chiesa di Acri al consigliere Aieta con cene e presenza del già citato ecclesiastico in locali “in” ma appartati. Aieta è stato il più votato ad Acri e sembra che le parole del religioso/manager ed affarista senza scrupolo dal suo pulpito abbiano “scosso” la gente.
Crediamo sia giusto informare i cittadini al riguardo ed esporre l’associazione clientelare formata da Capalbo/Aieta (sarà senz’altro meritocratica la nomina dell’avvocato Pino Capalbo ad Esperto al 50% nella struttura del consigliere Aieta con decorrenza 27/03/2020…), insieme al Padre Superiore di Acri Donato. Che vergogna! Nemmeno l’inchiesta della Procura di Paola, che indaga il consigliere “onesto” Aieta ed il sindaco del vento che cambia (per lui e la sua famiglia) Capalbo per CORRUZIONE, ha avuto il potere di fermare questi soggetti. E così oggi ci ritroviamo il vento del “cambiamento” con Capalbo ancora parte di questa fantomatica struttura politica che sicuramente non frequenta molto ma che gli fa intascare un bel malloppo che si aggiunge al suo stipendio da sindaco, alla faccia dei cittadini acresi che vivono nella precarieta’ e naturalmente alla faccia ed alle spalle di tutti i consiglieri di maggioranza ed alla giunta comunale tranne uno, il suo “fratello” LePera, vicesindaco con il quale ha creato un vero e proprio disegno per costruire attraverso la fratellanza la sua scalata alla Regione Calabria oltre ad un vero e proprio comitato d’affari con la complicità di persone esterne che fanno da vere e proprie teste di legno. Come si dice ad Acri, questi personaggi hanno la faccia come il di dietro o di bronzo, sono senza scrupoli e pronti a curare i loro interessi a discapito della comunità.
Ci auguriamo che la Procura di Paola ma speriamo anche la Dda di Catanzaro continui ad indagare e faccia luce nelle tenebre più oscure di questa nostra Regione dove tutti, dai religiosi agli amministratori pubblici, sono collusi con il potere senza paura di niente e nessuno.
Lettera firmata