Lettere a Iacchite’: “Cara Elly, ma che aspetti a commissariare il Pd a Vibo?”

“Con questi dirigenti qui non vinceremo mai” (Nanni Moretti)

Cara Elly Schlein,

Dopo le dimissioni del giovane segretario provinciale, il Partito Democratico della provincia di Vibo Valentia torna al vecchio. E’ stato “rispolverato” l’ex segretario provinciale Enzo Insardà, già uomo di Brunello Censore oggi divenuto tesoriere del partito regionale e fido di Irto, segretario regionale nonché parlamentare. Già Nicola Irto che “cumula“ in se le due cariche summenzionate assumendo le vesti di controllore e controllato, proprio quel Nicola Irto che in un batter d’occhio è passato dal chiudere la campagna elettorale di Bonaccini a Reggio Calabria ad appassionato tifoso di te, cara Elly, la cui dirittura morale è fuor di dubbio contraddistinguendoti su questo sempre, sin dalle lotte di Occupy Pd. Quel Nicola Irto oggi vuole riciclare tutti i vecchi arnesi politici del Partito democratico che sempre hanno tarpato le ali a qualsiasi ipotesi di cambiamento. Un partito, quello vibonese, trattato da terreno di conquista da parte di Irto ed avallato dai consiglieri regionali ossia il partito degli eletti.

Tuttavia non ci si è resi conto che dietro questi signori non c’è nulla: non ci sono militanti, non c’è classe politica, non c’è ideale, non c’è popolo, non c’è niente. Inutile prendersi meriti per la recente vittoria alle elezioni comunali di Vibo Valentia: lì ha vinto Enzo Romeo, un galantuomo d’altri tempi, un professionista affermato, non un burocrate di partito, non un parassita con magari la laurea in tasca ma che non ha mai lavorato in vita sua: egli ha vinto a prescindere del partito e nonostante il partito. Il merito non è della classe politica del partito vibonese cui la vittoria è nemica a prescindere.

Troviamo in questo partito con le vesti di presidente dei probiviri niente di meno che l’eterno Michelangelo Miceli, intramontabile dirigente dell’Asp di Vibo, nonostante i cambi della politica regionale, il cui figlio è attuale assessore comunale in quota Cinquestelle (!) dopo essere stato eletto nella passata consiliatura nel Pd salvo passare successivamente nel gruppo misto.

Cosa dire poi del giovane Tassone, già consigliere regionale per meriti altrui, leggasi Censore, il quale è stato protagonista della nota vicenda delle tessere…  a proposito di partito di popolo e non di tessere. Ed ancora il giovane-vecchio Peta, nominato console in terra vibonese senza alcun merito, le cui gesta politiche sono… sconosciute a chiunque.

Cara Elly, il quadro del partito vibonese che si accinge ad affidarsi ad Insardò, senza alcuna discussione è assai desolante, sconcertate, insipido. Non esiste neppure la giovanile del partito, che non esprime il nulla se non rendite di posizione per le future candidature regionali.

Vogliamo tornare ad esser partito, a batterci per degli ideali politici, parlare di sanità, batterci contro l’autonomia differenziata, non prestare il fianco ad ambizioni esclusivamente personali e fini a se stesse. Ci ritroviamo ad avere segretario provinciale quell’Insardà che troppo timido fu nel momento del tradimento di ben 6 consiglieri comunali di Vibo Valentia che votarono per il candidato della destra alla presidenza della Provincia e che ebbero il tempo di traghettare armi e bagagli nel centrodestra prima ancora di essere espulsi in un procedimento ormai del tutto inutile. Pertanto cara Elly ti chiediamo di voler commissariare il Partito democratico di Vibo nonché quello regionale visto che Irto non può interfacciarsi con la realtà calabrese standosene comodamente a Roma.

Lettera firmata