Egregio Presidente Occhiuto,
sono una cittadina calabrese, protagonista mio malgrado, di un increscioso episodio che per fortuna si è risolto a lieto fine, episodio che deve fare riflettere su come noi cittadini e gli operatori sanitari in questa Calabria siamo abbandonati a noi stessi. Le espongo i fatti e lascio a Lei le dovute considerazioni con la speranza che comprenda il mio disappunto e la mia propensione verso il prossimo.
Venerdì 19 novembre mi viene recapitato un esito di Tac toracica di mio padre ottantenne che da tempo ha difficoltà respiratorie e febbre, mi consulto con degli specialisti i quali mi suggeriscono di portare mio padre in ospedale perché necessita di un ricovero. Premesso che io vivo a Catanzaro e la mia famiglia risiede a Crotone, delego mia sorella di accompagnare nostro padre al pronto soccorso di Crotone.
Qui l’amara sorpresa: i medici infatti, pur ritenendo che mio padre debba essere ricoverato, non possono accoglierlo poiché vi è un solo posto disponibile in tutto l’ospedale, unico e solo ospedale della provincia di Crotone. Mio padre deve perciò sostare in pronto soccorso, dove nel frattempo lo raggiungo. Fattesi ormai le 23, mi viene confermato che per disposizioni aziendali quell’unico posto debba restare libero per un’eventuale emergenza.
Ho compreso l’impotenza dei medici, ho lasciato mio padre in pronto soccorso e il mattino seguente, alle 7:30 l’ho di nuovo raggiunto. La mia notte è stata insonne, afflitta dal pensiero e dalla speranza che non fossero arrivate urgenze che avrebbero ulteriormente fatto slittare indefinitamente il ricovero di mio padre. E se fossero arrivate più urgenze quale sarebbe stato il destino di altri pazienti?
Presidente Occhiuto, spero prenda in considerazione questo mio accorato sfogo, essendo Lei Presidente della Regione Calabria e commissario all’emergenza sanitaria calabrese, la prego di agire in maniera reale con fatti concreti affinché gli operatori sanitari non debbano scegliere tra chi dover salvare e chi lasciare ad un tragico destino. Noi calabresi siamo stati calpestati per anni nella nostra dignità e nel diritto ad una sanità decorosa efficace ed efficiente, soprattutto per colpa della classe politica che lei rappresenta con i tagli dei posti letto ai nosocomi calabresi, così come con la chiusura di interi reparti e di ospedali decise dall’allora Presidente Scopelliti con il Suo consenso, caro Occhiuto, e quello di tanti altri inutili politici come lei.
Per colpa vostra, non possiamo curarci come i nostri compatrioti del nord Italia. Lei Presidente Occhiuto, anche se dopo tutta questa pessima gestione, non deve essere lasciato solo ma va comunque sostenuto, conoscendo le nostre storie, i nostri drammi quotidiani, e le inefficienze di una sanità da terzo mondo, perché non è la sanità che meritiamo.
Lettera firmata
