Lettere a Iacchite’: “Catanzaro. Caos e abbandono alla Cittadella: un regime senza limiti?”

CAOS E ABBANDONO ALLA CITTADELLA REGIONALE: UN REGIME SENZA LIMITI?

Ormai sono mesi e mesi, dopo l’insediamento del presidente Occhiuto, che i dipendenti dell’intera Cittadella Regionale vivono in completo stato di abbandono. Giorno dopo giorno, il malessere cresce, alimentato da una gestione che sembra ignorare completamente il benessere dei lavoratori e la loro dignità professionale. Quello che si vive all’interno degli uffici è a dir poco sconcertante, appiattente e senza alcuna motivazione.

Ci si trova immersi in uno stato di regime, dove l’onnipresente Presidente detta legge, circondato da un cerchio ristretto di dirigenti generali che rispondono solo a lui. Non c’è spazio per il dissenso, non c’è margine per l’errore: chi osa mettere in discussione le direttive imposte rischia la propria posizione, come se la Cittadella fosse diventata un feudo in cui la fedeltà assoluta conta più della competenza.

Ancora più inquietante è il silenzio delle testate giornalistiche. Un silenzio assordante, inspiegabile, quasi come se fosse parte di una protezione a 360° intorno al presidente. Possibile che nessuno abbia il coraggio di raccontare la verità? Possibile che il potere di chi comanda sia così pervasivo da soffocare ogni voce contraria?

E intanto, mentre l’apparato regionale si piega sotto il peso di una gestione accentratrice e autoritaria, il problema più grande e più drammatico riguarda la nostra sanità. La salute dei cittadini, un diritto fondamentale e sacrosanto, è ormai nelle mani di principianti e spregiudicati, persone scelte non per la loro competenza, ma per la loro obbedienza. Gente esterna che non risponde al bene comune, ma soltanto agli ordini di chi oggi detiene il potere assoluto. L’impossibilità di effettuare una semplice visita medica e i tempi di attesa lunghissimi aggravano ancora di più la situazione, costringendo i cittadini a disagi insostenibili e spesso a rinunciare alle cure necessarie.

Dobbiamo svegliarci, tutti! Dobbiamo riprenderci ciò che è nostro, ciò che appartiene al popolo e non a un solo uomo. Il futuro della nostra regione non può essere lasciato nelle mani di chi pensa di poter governare senza limiti.

È tempo di reagire, di far sentire la nostra voce. Perché il silenzio, oggi, è il più grande nemico della verità.

Lettera firmata