Lettere a Iacchite’: “Cessaniti, elezioni-farsa ma il popolo si sta già ribellando”

A Cessaniti, piccolo comune della provincia di Vibo Valentia, il sindaco Mazzeo si è dimesso per evitare lo scioglimento del Consiglio per mafia com’è già accaduto nell’ordine ad Acquaro, Soriano, Capistrano, Tropea mentre ci sono commissioni d’accesso al lavoro a Mileto, Nicotera, Stefanaconi e Filadelfia). Mazzeo s’è dimesso in quanto un suo assessore è rimasto coinvolto nell’operazione della Dda di Catanzaro “Maestrale”, un certo Carlucci. Il nuovo candidato sindaco per le elezioni dell’8 e 9 giugno è una testa di legno sia di Mazzeo che degli ambienti ‘ndranghetisti. Lui è un giovane incensurato ma sembra che un suo cugino – Alberto Sorrentino – sia un recidivo… Poiché è stata presentata una sola lista affinché le elezioni siano valide deve recarsi alle urne almeno il 50% +1 degli aventi diritto. Uno scenario simile a quello di Mileto e Nicotera, dove però i sindaci non si sono dimessi e in un caso (Mileto) si è ricandidato e nell’altro ha mandato un suo amico… Di questo e altro scrive un nostro lettore a proposito della situazione di Cessaniti. 

A Cessaniti un solo candidato a sindaco su cui puntare, nessuna pluralità di liste su cui discutere, una sola preferenza da segnare sulla scheda. Un messaggio questo che forse deve interpretarsi come una sorta di ribellione al sistema politico amministrativo sino ad oggi portato avanti dagli amministratori comunali che ha portato all’attuale commissariamento dell’Ente a seguito delle dimissioni del sindaco Francesco Mazzeo avvenute a seguito di alcune inchieste che davano conto delle risultanze investigative dell’operazione antimafia Maestrale-Carthago, mossa del Mazzeo che probabilmente ha evitato lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa ma che non è servita a fermare la macchina investigativa che tutt’oggi lavora a pieno ritmo per smascherare i colpevoli e i loro misfatti e per garantire il ritorno alla legalità, alla giustizia sociale e soprattutto alla democrazia. Forse una richiesta di aiuto urlata allo Stato affinché i riflettori accesi sulle vicende del comune di Cessaniti non si spengano prima di aver ristabilito la più alta forma di legalità e democrazia. Forse i cessanitesi chiedono di rimanere sotto l’ombrello delle Istituzioni.

Se nei giorni scorsi si era parlato di una possibile lista “rosa” con una donna candidata a sindaco di Cessaniti, questa è stata subito smentita e i cittadini hanno deciso che «non valeva la pena fare liste e candidarsi».

Un segnale positivo si è ravvisato anche nell’enorme difficoltà riscontrata dai soliti non solo di mettere insieme una lista di candidati capace di essere competitiva ma soprattutto nella carenza di persone disposte a dare la propria disponibilità alla candidatura. Il loro bacino si è radicalmente ridotto, prova ne è l’aver messo insieme una squadra poco qualificata e carente di professionisti.

Interessante sarà vedere cosa ne pensa la Prefettura sulla presenza di elementi legati alla compagine del sindaco Mazzeo: De Rito Andrea, Nicolino Antonio, Lucifero Francesca, Mazzeo Nicola e Sorrentino Enrico e soprattutto ai rapporti di parentela che alcuni candidati hanno con gli amministratori uscenti.
Da sempre l’Italia è stata decantata da poeti come Leopardi. Il processo di esaltazione dei valori italiani ha condotto la normativa giuridica alla proclamazione della Repubblica democratica.

Democrazia, una di quelle parole di cui si conosce l’etimologia ma non il vero valore.
È evidente una forte crisi, soprattutto morale che forse ha condotto il cittadino ad una perdita di fiducia nei confronti della politica.
La crisi non è legata a promesse non mantenute ma a fattori quali scandali politici, criminalità organizzata, corruzione, familismo più o meno amorale o la stessa lunghezza dei processi giudiziari che ha condotto il popolo a non credere più nel sistema radicato della democrazia preferendo l’indifferenza e il disinteresse.

Se si pensasse a figure come Falcone e Borsellino, alle parole di Sandro Pertini rivolte ai giovani “Ai giovani questo voglio dire: battetevi sempre per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale. La libertà senza giustizia sociale è una conquista fragile” si capirebbe che il disinteresse, il passivismo nella vita politica, nutrono la crisi della democrazia. Con questo non si vuol dure che il popolo cessanitese abbia perso la speranza basta solo saper leggere tra le righe.