Da due giorni il nostro bambino di dieci mesi ha febbre alta, così io e mio marito dopo aver telefonato in Pronto soccorso a Cetraro e avere appreso che non potevamo parlare con un pediatra fino alle otto del mattino, alle 21 circa ci rechiamo in Pronto soccorso. Oltre al disordine che troviamo in accoglienza, indicazioni assenti, luci spente, caldo asfissiante, sporcizia infinita… finalmente troviamo l’accesso al Pronto soccorso (noi non siamo residenti in Calabria anche se siamo calabresi d’origine). Pigiamo il tasto, dovrebbe essere un citofono e dopo circa 10 minuti finalmente effettuiamo il triage: infermiere estremamente disponibile (menomale che c’era lui), registrazione dei dati, misurazione della temperatura (38) ed eseguito tampone Covid. A quest’ ultimo risulta positivo. Così improvvisamente ci fanno accomodare fuori dicendoci che entro 2 minuti saremmo stati chiamati per andare in Pediatria.
Peccato che, invece, dopo circa 15 minuti arriva un Oss, che ci chiama per comunicarci le dimissioni (non sapeva neanche lui cosa ci fosse scritto): prescrizione di antibiotico. Io e mio marito increduli di quanto stesse accadendo, cerchiamo di mantenere la calma (bimbo irrequieto, digiuno, con febbre alta) e ci ripetevamo: siamo arrivati in Pronto soccorso per una visita, per scongiurare qualsiasi tipo di diagnosi e non visitate neanche un bimbo di dieci mesi? Richiediamo immediatamente un colloquio con un dottore anche perché, se mio figlio è positivo ad un virus non capiamo il senso di un antibiotico. Finalmente dopo altri 15 minuti di attesa ci chiamano perché dal reparto è giunto il pediatra.
Ci fanno accomodare e chiediamo spiegazioni di questa prescrizione, del perché mio figlio non poteva essere visitato (il Covid attualmente non prevede neanche isolamento) e del perché all’improvviso nessuno aveva la mascherina e invece dopo la positività tutti indossavano il dispositivo… Che miracolo.
Richiediamo immediatamente una consulenza pediatrica e il tampone dello streptococco (batterio che se non adeguatamente trattamento può comportare gravi conseguenze).
La dottoressa effettua la visita in modo molto rapido (orecchie, gola, addome), prescrive i farmaci (antibiotico per prevenire), nega il tampone, afferma che non ci può far salire in reparto e soprattutto non conviene con quello che stavamo facendo per il nostro bimbo (prescrizione, posologia, modalità dei farmaci da parte dei nostri dottori del Piemonte)… Così dopo questa pessima esperienza torniamo a casa, insoddisfatti ed increduli di come la nostra terra possa creare tale disagio.
Lettera firmata