Caro direttore,
com’è evidente, il suo giornale ogni giorno pubblica tantissime lettere sui mali della giustizia italiana, lentissima, a cominciare da quella civile.
Per cui non mi aggiungerò al coro dei lamentosi che lei, purtroppo, conosce bene
e di cui forse sarà stanco, perché eviterò di raccontarle il mio caso di malagiustizia, aiutando la sala assicurazione, in un risarcimento danni, allungando i tempi, causati da un incendio al mio autobus-pizzeria, per il quale ho dovuto attendere anni per vedere riconosciute, da un tribunale di Stato, le mie sacrosante ragioni.
Certo, in un primo momento avevo pensato di raccontarle del mio risarcimento infinito, poi, però, ho deciso di parlarle, seppur brevemente, della causa che ho iniziato, sempre contro la Sara assicurazioni, per le ripetute calunnie che ho subito in tutti questi anni e che mi fanno provare rabbia per la certezza di dover aspettare chissà quanti anni ancora per avere giustizia in una vicenda in cui è successo che i rappresentanti di quella compagnia assicurativa, nonostante per la loro condotta siano stati giudicati colpevoli da più tribunali civili, abbiano continuato, negli stessi processi, e non solo, a definirmi un truffatore, uno che avrebbe simulato l’incendio del proprio mezzo allo scopo di incassare il premio assicurativo, il tutto infischiandosene se i processi e le perizie prodotte a sostegno delle mie ragioni, tutte accolte, abbiano dimostrato il contrario. Ecco, è solo questo il motivo che mi ha spinto a scriverle: volevo dare un po’ di visibilità ad un uomo che vorrebbe solo restituita la propria dignità. La ringrazio per l’ospitalità che eventualmente vorrà concedermi. Un saluto
Giuseppe Le Pera, Corigliano Calabro