Lettere a Iacchite’: “Corigliano-Rossano, qualcuno ha cementato e pavimentato un pozzo nella mia casa estiva”

Salve,

oggi mi ritrovo a rivolgermi a voi con la consapevolezza che purtroppo si è costretti a dover fare un po’ da “sé” laddove invece la tutela delle Istituzioni dovrebbe essere un diritto sacrosanto.

Io ho bisogno, attraverso di voi, di denunciare 30 anni di soprusi e abusi indisturbati e  perpetuati verso la mia abitazione estiva sita in c/da Sant’Irene Rossano Scalo, attualmente Comune di  Rossano-Corigliano. Sarebbe troppo lungo raccontare tanti anni, ma basta l’ultimo episodio, quello che mi ha spinto a rivolgermi a voi, per far capire come l’assenza delle Istituzioni sia vergognosa, peggio ancora a sua indifferenza.

La suddetta abitazione, dall’origine, quindi sin dalla sua costruzione (1993) e regolarmente condonata, è servita da un pozzo nero realizzato su un perimetro di terreno di altro proprietario (oltre che costruenda strada non cedibile, non vendibile e di prossima acquisizione comunale)-previa autorizzazione- e sempre stato accessibile, mai delimitato, come unico scarico fognario in quanto tale zona, ad oggi, è ancora sprovvista di rete fognaria.

Tra i mesi di settembre e dicembre 2019 arrivano le prime denunce da pseudo nuovi acquirenti (ad oggi non divenuti ancora tali in quanto compromissiari, dagli atti, dal 2018) del suddetto terreno in cui è situato (anzi ormai si può usare il passato, quindi “era” situato tale pozzetto vista la “sparizione” constatata proprio giorno 2 giugno di questo anno 2021).

Ma ritornando al 2019, intervenuta la Polizia Locale sulla base della denuncia di “un pozzetto rinvenuto su di un terreno di cui se ne disconosceva la proprietà e che sfociava in mare”, dalle indagini veniva convocato mio padre (intestatario dell’immobile) sul posto per il sopralluogo. Dalle prove fatte si è potuta constatare solo l’effettiva regolarità della funzionalità del pozzo in loco (cura e manutenzione eseguita già negli anni regolarmente ai fini di un possibile utilizzo dell’immobile e quindi di mio interesse). Solo successivamente si veniva però invitati, tramite raccomandata, alla bonifica del pozzo senza la motivazione della bonifica stessa. Fatta richiesta di accesso agli atti si rinveniva un servizio fotografico non corrispondente al mio pozzo, in quanto di forma quadrata mentre il mio corrispondente a vasca “imhoff” bicamerale di forma tondeggiante. Da questo momento in poi, inizi 2020, tale terreno veniva recintato e reso inaccessibile pur volendo, laddove necessario, bonificare tale pozzo, così come da diffida della polizia locale.

Inutile ogni tentativo di richiesta di intervento delle istituzioni attraverso tutti i canali possibili e immaginabili; mezzo mail, mezzo pec, richiesta di incontri, denunce verbali e scritte.

Tutto ciò, segnalato all’ente responsabile anche dopo un incontro visivo in cui ci si impegnava all’intervento, il nulla veniva nuovamente preso in carico.

In data 2 giugno 2021, constatavo che il pozzo non era più presente (almeno visivamente), ma addirittura cementato e pavimentato. Allertati subito, i Carabinieri del luogo rifiutano l’intervento consigliando di rivolgersi alla Polizia Municipale in quanto di loro più specifica competenza e pedissequamente a ciò veniva sporta denuncia presso il Comando della Polizia Municipale. Richiesto, nello stesso momento, un intervento di sopralluogo, i vigili dichiarano di non aver pattuglie a disposizione e di aspettare 7-10 giorni per poter essere ricontattati. Inutile dire di non aver ricevuto più alcuna comunicazione.

L’immobile è inutilizzabile, mio padre è un malato oncologico mai come quest’anno avrebbe avuto bisogno di mare e riposo. L’amministrazione sta attuando un silenzio assordante.

Confidando almeno in un vostro accenno, almeno una vostra “attenzione”, e “considerazione” resto a disposizione per qualsiasi integrazione/chiarimento sul caso.

Grazie, Valentina Chiatante