Lettere a Iacchite’: “Corigliano-Rossano, sulla disabilità polemica pretestuosa e tanta ipocrisia”

Un gruppo di cittadini paraplegici ha inscenato una protesta pacifica davanti all’ingresso del Municipio di Rossano centro storico. Volevano partecipare alla seduta del Consiglio comunale chiamato a confrontarsi proprio sui temi della disabilità. Purtroppo, però, il palazzo comunale è pieno di barriere architettoniche che non consentono alle persone in carrozzina di raggiungere la grande sala dell’emiciclo civico. E allora, i quattro cittadini si sono posizionati davanti al portone sotto gli emblemi araldici del Comune di Corigliano-Rossano, con un cartello in mano dove era scritto #IoEsisto, chiedendo di parlare con il primo cittadino e con gli amministratori.

La vicenda è diventata inevitabilmente oggetto di dibattito e scontro politico. Ieri sono intervenuti i gruppi di maggioranza (https://www.iacchite.blog/corigliano-rossano-il-rispetto-per-il-prossimo-dovrebbe-essere-norma-fondante-di-ogni-civica-assise/); oggi riceviamo e pubblichiamo la lettera del papà di una bambina disabile. 

La disabilità ha mille facce, mille esigenze, mille problemi e poche soluzioni. È una condizione personale e familiare che trasforma in maniera totale la vita di chi la vive direttamente o indirettamente. Ed in questi giorni, forse dovremmo dire mesi, nella nostra città (Corigliano-Rossano) sembra diventare l’argomento centrale della discussione politica. Dovrei, come papà di una bimba affetta da tetraparesi spastica, essere felice che, finalmente, si possa ragionare su ciò che ci serve, su cosa dev’essere migliorato e su cosa va salvato. Invece, per l’ennesima volta osservo che la strada scelta è quella della polemica pretestuosa fine a se stessa. Normalmente sarei stato zitto… lo spettacolo deprimente visto in consiglio è, per fortuna, limitato a pochi occhi.

Però poi leggo dichiarazioni altisonanti di presunte associazioni che vorrebbero rappresentare tutta la disabilità cittadina. Ed allora dico “No” e lo dico forte perché a me quelle sceneggiate non mi rappresentano, né rappresentano le mille cose di cui ha bisogno la mia piccolina. Noi non abbiamo certo bisogno di un continuo guerreggiare contro le istituzioni e solo contro determinate istituzioni. Non abbiamo bisogno dell’uso strumentale di argomenti sensibili al solo fine di ottenere un poco di visibilità, una decina di voti in più o qualche “concessione balneare”.

Abbiamo, anzi avevamo bisogno che venisse approvato il documento che ieri doveva andare in aula per l’abbattimento delle barriere architettoniche, ancora di più avremmo bisogno che si incrementino le risorse per la disabilità per gli interventi scolastici, domiciliari e socio-educativi. Avremmo bisogno di una specializzazione mirata degli operatori che lavorano in questo settore. Avremmo bisogno di ricevere con puntualità i rimborsi per le innumerevoli spese mediche che sosteniamo anche fuori regione. Avremmo bisogno che tutti noi, che tutte le associazioni (non solo quelle nate l’altro ieri) venissero regolarmente convocate dalle istituzioni per discutere di una condizione di vita permanente e non della “problematica dei disabili” (terminologia veramente da serie Z) perché, se per voi è una “problematica”, per noi è vita quotidiana che dobbiamo svolgere al meglio delle nostre possibilità.

Invece si sceglie la farsa, la caciara, la volgarità. Soprattutto si sceglie l’ipocrisia. Infatti si attacca una parte, che certamente come istituzione ha responsabilità enormi, ma ci si guarda bene dall’affrontare la questione a 360° chiedendo conto a tutti i soggetti politici e sanitari che non hanno svolto, negli anni, il loro compito. Ipocrisia perché i consiglieri comunali che ieri hanno bloccato la possibilità di iniziare un percorso sono gli stessi che non hanno mai detto una parola quando, loro o i loro referenti politici, governavano le due ex città. Vogliamo parlare delle difficoltà degli assistenti fisici a scuola? Bene… dov’erano Madeo, Scorza ed Olivo quando il servizio, ritenuto indispensabile (e quindi tra quelli che non potevano non essere dati) veniva cancellato dall’amministrazione Geraci? Sono mai venuti alle manifestazioni? Agli incontri? Hanno mai scritto un solo rigo sull’argomento quando erano loro a “comandare” sta benedetta terra?

E poi perché fare confusione sulle questioni riguardanti la disabilità? Se si butta nel calderone tutto ed il contrario di tutto non si fa altro che contaminare la discussione. Cosa c’entra il superamento delle barriere architettoniche con l’assistenza fisica a scuola? Ma veramente pensate che la vita di mia figlia dipenda dalla sua possibilità d’avere in una settimana una rampa che la faccia entrare in consiglio comunale? Rampa che la Olivo avrebbe potuto tranquillamente chiedere quando era lei in maggioranza consiliare o che, intanto, potrebbe iniziare a posizionare nella sua attività per dare il buon esempio.
Le amministrazioni comunali nelle nostre città hanno svolto un lavoro, in questo campo, che ha avuto alterne fortune anche in ragione delle risorse limitate messe a disposizione. E questo fa tutta la differenza del mondo. Se ci fosse realmente l’intenzione di far diventare la disabilità una questione prioritaria dovrebbe essere il Governo centrale a dare risorse illimitate. Purtroppo questo non avviene. Ed è lì che ci sarebbe da fare una battaglia comune.

Ed invece avviene altro. Ma quest’altro, questa propaganda elettorale, questa fiera dell’ipocrisia, questo spettacolo isterico, beh non avvenga in mio nome o nel nome della mia bambina. Non avvenga attraverso un arrogarsi il diritto di rappresentare tutti i disabili della città quando non si ha nemmeno la contezza del problema legato alla mancanza di personale (pensate alla figura della neuropsichiatra infantile solo da poco sostituita dopo mesi di assenza per malattia) o di risorse. Non ci si arroghi il diritto d’essere rappresentanti di tutte le storie perché la mia e quella di mia figlia non hanno fedine penali sporche e non vogliono essere rappresentate da chi insulta sguaiatamente una donna (incidentalmente assessore al ramo).

Mia figlia ha bisogno di una discussione seria, centrata sulle reali necessità di questo variegato mondo. Ha bisogno di soluzioni condivise e di strumenti altamente professionali che le consentano di affrontare con un po’ di sollievo una vita che sarà difficile. Certamente non ha bisogno di coreografie tristi che rendono impossibile ogni confronto.

Lettera firmata