Lettere a Iacchite’. “Cosenza. Fate attenzione al truffatore: si prende i soldi, inizia i lavori e poi scappa”

Quando mi sono accorto di essere vittima di una vera e propria truffa, ormai era troppo tardi perché l’esperto truffatore aveva già incassato il mio denaro. Ma iniziamo dal principio. Qualche mese fa decido di ristrutturare la mia abitazione, e per questo mi rivolgo ad un ingegnere per elaborare il piano di ristrutturazione, e ad una ditta specializzata nel settore ristrutturazione: la “Pieffe Costruzioni” il cui titolare risponde al nome di Filippo Piccolo.

Contatto il titolare della ditta edile, e insieme effettuiamo il sopralluogo presso la mia abitazione. Una volta compresa la portata dei lavori mi fornisce un preventivo economico per i lavori da eseguire per un totale di 14 mila euro. Una volta trovato l’accordo stiliamo una contratto dove stabiliamo l’inizio e la fine dei lavori, la tipologia dei lavori da eseguire, e la modalità di pagamento. Che prevedeva un primo acconto di 5 mila euro per inizio lavori e successivi 2 mila euro ad avanzamento lavori, e il saldo a fine opera. Così faccio, e gli mando un primo bonifico di 5 mila euro e uno successivo di 2 mila euro. Avvio tutte le pratiche burocratiche necessarie e una volta concluse, iniziano i lavori. Il giorno stabilito si presentano a casa mia due operai di nazionalità straniera che, senza nessuna tutela di sicurezza, ed evidentemente in “nero”, iniziano a picconare alla rinfusa pavimenti e pareti.

La demolizione va avanti per tre giorni, al termine dei quali mi accorgo che gli operai agivano senza nessuna precisa indicazione, producendo scavi e demolizioni non richiesti. Al quel punto chiamo il titolare della ditta per chiedere spiegazioni e quando ci troviamo faccia a faccia, alla mia richiesta di spiegazioni rispetto all’operato degli operai, mi dice di poter rimediare e che da quel momento in poi avrebbe seguito personalmente i lavori. Rassicurato, chiudiamo la discussione con un bel “ci vediamo domani”.

Il giorno dopo mi reco presso la mia abitazione per capire se la situazione era cambiata, e non trovo nessuno. Chiamo il titolare Filippo Piccolo, il quale mi dice di aver avuto un contrattempo e che nei prossimi giorni i lavori a casa mia sarebbero ripresi. Passano tre giorni dalla telefonata e di operai a casa mia neanche l’ombra. Richiamo di nuovo il titolare della ditta che continua a blaterare di contrattempi e di imprevisti che gli impedivano di continuare i lavori a casa mia, fino a quando non esaurisce ogni genere di scuse, e inizia a negarsi al telefono.

Dopo molta insistenza, non ricevendo risposte, contatto l’ingegnere che si reca presso la mia abitazione per constatare la portata dei presunti lavori, e certifica l’abbandono della ditta del cantiere. Inizio così a bombardare di telefonate il signor Filippo Piccolo, ma ha sempre una scusa pronta, mi dice di essere impossibilitato a proseguire i lavori a casa mia e dichiara di voler restituire l’anticipo di 7 mila euro ricevuto. Ma nonostante la mia insistenza, anche per la restituzione dell’anticipo i contrattempi e gli impresti, di cui il “povero” signor Filippo Piccolo era vittima, gli impediscono di mantenere fede all’impegno. Capisco che le telefonate servono a poco e quando riesco a ricontattarlo gli chiedo un appuntamento. Accetta e mi dice di raggiungerlo presso la benzina sita in contrada Rosario di Mendicino. Appuntamento al quale si recano mia moglie e l’ingegnere. L’incontro ha un solo scopo: la restituzione del denaro, e dopo avergli fatto presente che il suo non era un comportamento corretto, dice di voler chiudere la questione restituendo non il denaro, ma il materiale (pavimenti, piastrelle, doccia, e altro) che con i soldi da me bonificati aveva comprato. Accettiamo e concordiamo una data per la consegna del materiale.

Il giorno stabilito per la consegna del materiale, all’appuntamento non si presenta nessuno. Richiamo per la miliardesima volta il signor Filippo Piccolo, il quale, come da copione, inizia di nuovo a blaterare di imprevisti e contrattempi. E per dimostrarci la sua buona fede ci ridà appuntamento, per meglio chiarire le nuove modalità di consegna del materiale, di nuovo presso la pompa di benzina sita in contrada Rosario di Mendicino. Il ritornello è sempre lo stesso: non vi preoccupate, state tranquilli, non ci sono problemi, entro qualche giorno tutto sarà risolto.

Passano i giorni ma di soluzioni, consegne del materiale, restituzione dei soldi, neanche l’ombra. La misura è colma, sono passati diversi mesi, e mi ritrovo con la casa demolita, 7 mila euro spariti, e sono costretto a vivere con la mia famiglia, con una spesa aggiuntiva, in affitto. Dopo diversi appuntamenti, sempre presso la pompa di benzina di contrada Rosario, finiti tutti con promesse non mantenute, decidiamo di affrontarlo a muso duro annunciandogli una denuncia nei suoi confronti.

A tale nostra dichiarazione il signor Filippo Piccolo, cambia atteggiamento e inizia ad inveire rivelando la sua vera natura, quella di un truffatore. Un mestiere, quello di truffare la gente, che il signor Piccolo conosce bene. Cosa che ho potuto accertare, scoprendo, nel mentre lo rincorrevo, che diversi fornitori e persone che come me lo avevano chiamato per una ristrutturazione, erano rimasti vittima, tutti allo stesso modo, del truffatore. Il trucco per truffare la gente usato dal signor Piccolo, è semplice e funziona così: una volta agganciato il cliente lo alletta con un preventivo abbordabile e tempi di esecuzione dei lavori da record, ponendo la condizione di un congruo anticipo per l’inizio dei lavori. E per rendere tutto credibile, invia, sul luogo di lavoro, per qualche giorno, ragazzi stranieri che non hanno la minima idea di quel che devono fare, tranne l’idea di guadagnarsi onestamente la giornata, ignari di essere complici di truffa. Una volta che il cliente è convinto di avere gli operai in casa, il signor Piccolo sparisce, e inizia la giostra delle scuse e del “tira oggi che viene domani”.

E quando la tiritera non basta, non si fa scrupolo a passare alle minacce, così come ha fatto con noi dicendoci che se mai avessimo provveduto a denunciarlo, lui avrebbe informato i suoi amici giudici presso il Tribunale di Cosenza che ci avrebbero reso la vita impossibile. Ovviamente non ci siamo spaventati e continuiamo ad andare avanti per la nostra strada procedendo con una regolare denuncia nei confronti del signor Piccolo. Io non so se riavrò indietro i miei soldi, ma ho voluto raccontare questa storia per evitare che altri finiscano nelle grinfie di questo truffatore.

Lettera firmata