Lettere a Iacchite’: “Cosenza, io e mia figlia positive al Covid e la cinica indifferenza della mia pediatra”

Gentile Direttore,

sono una cittadina calabrese che ha avuto la sfortuna d’infettarsi di covid 19. Le racconto la mia storia per farle capire quello che può rendere ancora più angosciante la vicenda. Dopo aver constatato di avere la febbre e percepire dolore alle ossa e qualche difficoltà respiratorie, mi reco in una nota clinica a Cosenza dove a pagamento mi sottopongo a tampone faringeo, ottengo dopo qualche ora il risultato che certifica la mia positività, da lì inizia l’ansia e tutti i miei familiari si sottopongono a tampone. Da essi dopo un primo sollievo dovuto alla negatività di mio figlio e mio marito si scopre la positività di mia figlia, una bambina di nove anni.

Scoperta la positività di sabato intorno alle 15 e 30 come da protocollo chiamo la pediatra, la quale molto infastidita mi dice che quella è un’ora in cui riposa, le spiego la gravità della cosa e che l’ho disturbata perché il protocollo prevede che lei deve avvisare l’Asp e avviare la procedura, ma la sua risposta è stata: “Oggi è sabato domani è domenica… ci sentiamo lunedì…”, senza minimamente chiedere la bimba come sta?

La mia domanda è:
-Sarebbe questa la medicina di base che deve decongestionare gli ospedali?
– Questa è l’umanità che un pediatra deve a i suoi pazienti?

Naturalmente dopo 5 giorni in cui non è mai stata più contattata per non disturbarla non si è mai degnata di una chiamata per sapere le condizioni di salute della bambina.
Inoltre l’Asp da venerdì 23/10, giorno in cui ho comunicato la mia positività solo il 27/10 dopo molteplici sollecitazioni mi ha sottoposto a tampone ma senza ricostruire nessun contatto… La mia rabbia nasce per il rispetto che porto verso quei medici e a quegli operatori sanitari che fanno davvero il loro dovere… E per finire, volevo fare i complimenti a questa pediatra senza scrupoli.

Lettera firmata