Alla cortese attenzione della redazione di Iacchite’
Buonasera, questa mia lettera è per raccontare una triste vicenda di malasanità in tempo di Covid che è accaduta alla mia famiglia. Con grande sforzo cercherò di riportare i fatti così come avvenuti.
Il pomeriggio del 30 gennaio 2022 mia madre, Caterina Tarasio di 86 anni appena compiuti, avverte un malore che si manifesta con conati di vomito che non sembrano attenuarsi nonostante la puntura di Plasil praticata dai medici di guardia in servizio quel pomeriggio. La sera mia madre accusa dolore al petto e al braccio sinistro, temendo un infarto in atto chiamiamo il 118. Dopo pochi minuti arriva l’autoambulanza non medicalizzata e gli operatori del 118 in accordo con noi trasportano mia madre al Pronto soccorso dell’Annunziata di Cosenza. Poiché mia madre è invalida al 100% chiedo agli infermieri che prestano servizio al triage del Pronto soccorso di poterla raggiungere. Vengo informata da questiultimi che mia madre è affetta da Covid 19, con “una bella carica virale”.
Lunedì mattina 31 gennaio 2022 veniamo informati dal medico del Pronto soccorso che le condizioni di mia madre sono stazionarie e buone e che non possono accertarsi dell’interessamento polmonare della malattia perché le TAC sono rotte.
Martedì mattina 01 febbraio 2022 mi reco al Pronto soccorso dell’Annunziata per consegnare farmaci e piano terapeutico seguito da mia madre per le patologie di angina e ipertensione di cui soffre da anni. Mi viene riportato da infermieri che le condizioni di mia madre sono stazionarie e non gravi.
Mercoledì mattina 02 febbraio 2022 mi reco al Pronto soccorso e riesco a parlare con il medico in turno. Mi accerto che i farmaci e il piano terapeutico forniti il giorno prima vengano recuperati dal medico il quale mi riferisce che le condizioni di mia madre sono sempre stabili e buone; la TAC al torace ha dato evidenza del fatto che mia madre ha contratto polmonite da Covid con interessamento polmonare inferiore al 25%. Incominciano ad arrivare bollettini sullo stato di salute di mia madre sul cellulare di mio fratello. Nei bollettini che riportano la terapia praticata non vi è traccia dei farmaci forniti per la cura delle patologie preesistenti.
Giovedì mattina 03 febbraio 2022 mi reco al Pronto soccorso dell’Annunziata di Cosenza per incaricare qualche Oss di ricaricare il cellulare di mia madre che risulta spento dal giorno prima. Da questo momento in poi si interrompe la comunicazione con mia madre, il cellulare non verrà più recuperato.
Venerdì mattina 04 e sabato 05 febbraio 2022 mi reco al Pronto soccorso dell’Annunziata di Cosenza per incaricare qualche Oss di ricaricare il cellulare di mia madre che risulta ancora spento.
Domenica mattina 06 Febbraio 2022 mi reco al Pronto soccorso dell’Annunziata di Cosenza e vengo cacciata da una guardia giurata.
Lunedi mattina 07 Febbraio 2022 mi reco al Pronto soccorso dell’Annunziata di Cosenza per avere dettagli e chiarimenti sulle condizioni di mia madre che sembrano allarmanti per come viene riportato sul bollettino. Mi viene riferito da un Oss che i medici sono impegnati e non possono ricevermi. Il bollettino della sera dice che mia madre sarà trasferita il giorno dopo al reparto Covid dell’ospedale di Cetraro.
Martedì mattina 08 Febbraio 2022 ci comunicano ufficialmente che a mezzogiorno mia madre sarà trasferita all’ospedale di Cetraro. Alle ore 21:00 mia madre si trova ancora in Pronto soccorso e da bollettino è dimessa con codice rosso dal Pronto soccorso dell’Annunziata di Cosenza per essere ricoverata all’ospedale di Cetraro.
Mercoledi 09 Febbraio 2022 ore 03:00 mia madre muore al Pronto soccorso dell’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza.
Tanti gli interrogativi, legge di natura vuole che un figlio sopravviva ad un genitore, ma perdere la propria madre in questo modo è disumano. A due anni dallo scoppio della pandemia è inspiegabile come il modus operandi del Pronto soccorso dell’Ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza sia questo e che induce a pensare che in uno stato di diritto, in una struttura pubblica si compiano crimini contro l’umanità alla stessa stregua dei lager tedeschi. I nostri anziani, che hanno ricostruito il nostro paese dopo aver vissuto gli orrori della guerra, sono stati abbandonati e poi smaltiti come una busta di latte scaduto. Non mi rimane che il rimorso, nel tentativo di salvare la vita a mia madre, di aver chiamato e consegnato mia madre al 118 e al Pronto soccorso. Tutta la mia solidarietà alle vittime della mala sanità che in questo periodo sta dando il meglio di sé.
R. B.