Non potrò essere oggi alla casa degli Ultrà per impegni lavoratavi, ma voglio anch’io ricordare Massimo Esposito, purtroppo diventato un “martire” per chi, come me, alla soglia dei 50 anni ha visto troppi, tanti abusi commessi da chi porta una divisa.
Non voglio però parlare di chi vigliaccamente aprì quella cella, di chi fece finta di non sentire le urla di Massimo, di chi perse tempo e lo fece soccorrere quando ormai era già tardi.
Oggi è il ricordo di Massimino, per noi tutti Nanà…
Era un folletto Nanà, pieno di tanta energia con un sorriso perenne stampato in faccia, tipo una paresi.
Faceva coppia fissa con “Mazzola” e credetemi, per noi che abbiamo avuto il privilegio di averli nel quartiere, Totò e Peppino a confronto erano niente.
Sempre allegri, sempre attivi lui e Mazzola, mai na canna, manco bevevano, erano due portatori sani di allegria.
Il lavoro se lo inventavano, credo che loro, in Italia, abbiano inventato la professione di “OLEATORE” di serrande e saracinesche delle attività commerciali in giro per tutto lo stivale.
Non dimenticherò mai nella tranquillissima Lucca, in occasione di una partita dei Lupi, Nanà e Mazzola, con due bici prese chissà dove, fare gara a chi durava di più su una ruota.
Bisognerebbe che tutti leggessero le carte della vicenda di Nanà, per alcuni versi simile alla storia di Stefano Cucchi, per capire veramente cosa è capace di fare lo stato, pur di mascherare i propri abusi, vi sconvolgerebbe cosi come ha sconvolto me e tanti altri che sono venuti a conoscenza delle carte della vicenda processuale.
Il mio pensiero va a Loredana, la sorella che ha provato in tutti i modi a far emergere la verità, senza nessun risultato, ahimè, e voglio ringraziare pubblicamente Gabriele Carchidi e tutta la Curva Sud che non lo hanno mai dimenticato.
Francesco Armenise