Il clero crotonese e il culto verso il sindaco
Sono giorni di festa a Crotone, dedicati al Santo Patrono Dionigi l’Areopagita, filosofo e giurista greco convertito al cattolicesimo e, secondo la tradizione, membro dell’aeropago di Atene. A Crotone, dice la leggenda, fondò la prima chiesa predicando il Vangelo. Domani, mercoledì 9 ottobre, in particolare, è la festa di San Dionigi e, già dal mattino, i crotonesi si recano in Piazza Pitagora, Piazza Duomo (e oggi per i motivi ben noti Piazza Immacolata) per i momenti esterni e i riti religiosi. Ma dallo scorso anno questa festa, pian piano, è stata sostituita dal culto del sindaco attuale.
Il pomeriggio del 9, infatti, già dai tempi di Monsignor Raimondi, la statua del patrono viene portata in processione per le vie limitrofe alla Basilica Cattedrale. In pieno centro, insomma. Un culto che vede la partecipazione di molti fedeli e che, dal 2023, a questo appuntamento sentito l’ente comunale, in barba alla fede, ha piazzato il Premio Pitagora, dedicato di anno in anno alle eccellenze crotonesi. Qualche sciocchino direbbe che anche nel giorno di Sant’Ambrogio, a Milano, viene conferito l’Ambrogino d’oro. Ma Milan l’è Milan, e Crotone è Crotone. Il paragone non sussiste. Orbene, allo stesso orario del 9 ottobre il Comune si sostituisce alla Curia e al culto del Duomo per festeggiare se stessa. Conferire un premio a personalità di spicco come Gerardo Sacco e Sergio Cammariere significa far parlare di se stessi e, dunque, campagna elettorale.
Ma al Divo Enzo non basta questo. Piazza Immacolata è diventata, mentre si celebra la sera la novena in onore a San Dionigi, luogo di festa, birra e covatelli, con i tavolini per i pachidermi che devono trangugiare panini e fiumi di alcol, posizionati in un luogo sacro ai crotonesi, con la complicità della Chiesa silente che si lascia ammutolire prima nel giorno dei crotonesi, il 9 ottobre, e successivamente con la trasformazione di Piazza Immacolata in un luogo di festini con i soldi di Eni.
La Chiesa di Crotone celebra così il suo Patrono. Sant’Enzo da Gabbelluccia, silente e prona verso la sua amministrazione, di cui ha contribuito all’allestimento con i voti di realtà neo borghesi e poco evangeliche, come Vivere In e movimento Neocatecumenale. E chissà cosa ne direbbe il caro don Pino Covelli, storico vero rettore della Chiesa dell’Immacolata, di fronte ai fiumi di birra e alle cataste di cibo unto di fronte la Chiesa che lui ha amato fino alla fine, e che il clero recente ha consegnato al suo santo protettore, Enzo da Gabelluccia.
Lettera firmata