Gentile Redazione,
scrivo da Pedace – che fa parte ormai da anni del Comune unico di Casali del Manco – per segnalare i gravi disservizi idrici che da settimane affliggono la località.
Puntualmente ogni sera viene interrotta l’erogazione dell’acqua, per poi riprendere solitamente la mattina seguente sul presto.
Tutto ciò avviene senza alcun tipo di avviso da parte dei canali ufficiali di comunicazione. La situazione è così da anni e in qualche modo la cittadinanza vi ha fatto l’abitudine.
Negli ultimi giorni, con i primi temporali estivi, la situazione è precipitata. Il 14 di agosto l’erogazione è stata interrotta alle ore 15 per riprendere solo la mattina seguente intorno alle ore 11, lasciando i cittadini senza servizio e senza sapere a chi rivolgersi per avere informazioni.
Il problema comunque non si è risolto e siamo certi che non si risolverà. Stanchi, esasperati e di nuovo senz’acqua dalle 22 di ieri sera, stamattina decido di chiamare in comune. Dopo le prime rassicurazioni circa i lavori in corso, l’acqua però ancora non arriva all’orario che mi era stato indicato. Aspetto altre due ore e provo a richiamare. Sono ormai le 11. Dopo un’attesa infinita e un rimpallo di uffici, ricevo risposta da una dipendente che dice di non sapere niente e, alla mia richiesta di poter parlare con qualcuno di competenza, con spocchia mi invita a recarmi in comune. Senza avere avuto la possibilità neanche di sciacquarmi il viso mi reco lì e comincia il rimpallo tra i vari uffici. A quel punto, arrabbiata, delusa, nervosa minaccio di scrivere ai giornali locali e ottengo il gelo negli uffici municipali.
I motivi che mi spingono a denunciare quanto è accaduto sono tre:
– il grave disservizio ai danni di cittadini ai piedi della Sila, bacino idrico quasi unico nel sud Italia. Si dà la colpa a Sorical, si dice che l’acquedotto e le tubature sono vecchie (sempre più vecchie visto che il problema peggiora di anno in anno) e il sindaco sostiene che si sta facendo l’impossibile, ma la cittadinanza è sempre più in affanno.
– la mancanza di comunicazione da parte dell’ente preposto: nessuno comunica ai cittadini cosa succede e chi chiama in comune o vi si reca viene ricevuto con spocchia, arroganza e nessuna comprensione. È tutto un fuggi fuggi, c’è chi prova a nascondersi. Pedace è una piccola comunità e spesso si hanno contatti diretti con gli amministratori che però rispondono solo dopo la ripresa dell’erogazione del servizio.
– la mancanza di assistenza: non avere acqua in casa significa non avere un servizio ESSENZIALE, significa non potersi lavare, avere bagni inaccessibili dopo poche ore, non poter mangiare niente che non sia un panino. Ci sono tante categorie di persone che non ne possono fare a meno, penso agli anziani, ai bambini, alle donne con il ciclo che hanno bisogno di pannolini o assorbenti. Penso ai lavoratori che la sera tornano a casa sudati senza avere la possibilità di farsi una doccia. Allora, come ho suggerito ai dipendenti comunali, si provi a chiedere alla protezione civile di ottenere delle cisterne d’acqua, per lo meno da distribuire alla popolazione per i servizi igienici.
Sono una cittadina delusa, una donna figlia di questa terra che ormai vive altrove. Torno per le vacanze qui, per la mia famiglia ma sono sempre più amareggiata. Il nostro borgo è in piena e inarrestabile decadenza, di anno in anno si peggiora. Come ho scritto anche al sindaco, mi chiedo come si può pensare di ritornare qui, dove rimangono gli affetti, ma manca l’essenziale.
In fede,
Pierfrancesca Altomare









