Lettere a Iacchite’: “Fuscaldo, oggi è un giorno triste per la nostra comunità”

Oggi è un giorno triste per la nostra comunità fuscaldese per la tragedia avvenuta ieri a Cariglio. Siamo una comunità e queste vicende estreme non devono essere la soluzione dei problemi, dovuti alle incomprensioni o agli abusi ricevuti o commessi, ma occorre risolverli sempre in modo civile e umano.

È vero che fra vicini spesso e volentieri non si stabiliscono i buoni propositi e le buone intenzioni, dovuti principalmente alla mancanza di buona volontà, civiltà e rispetto che sono d’obbligo e di fondamentale importanza per la convivenza, ma occorre sforzarsi nel comprendere che quello che non vogliamo per noi non va assolutamente commesso nei confronti dei vicini o del prossimo in generale. Un tempo fra vicini c’era dialogo, rispetto, collaborazione, oggi c’è invidia, ipocrisia, ignoranza e soprattutto tanta malignità nel voler sovrastare il vicino e il prossimo ad ogni costo. Sarebbe meglio ritornare a ristabilire con i vicini il vero rapporto di rispetto reciproco onde evitare simili tragedie e soprattutto per ristabilire la pace e il senso umano che dovrebbe contraddistingue ogni essere umano al di là di muri e confini diritti e proprietà. Spero davvero che quanto accaduto possa non succedere più nella nostra comunità fuscaldese e che questo serva a farci riflettere su come dobbiamo comportarci e quali criteri e comportamenti adottare con i nostri vicini e non solo…

Conoscevo Giuseppe Ramundo, una persona distinta e benvoluta nella comunità insieme alla sua famiglia. Conosco anche l’altra famiglia con tanta storia piena di sacrifici e duro lavoro che, di sicuro, non meritava tutto questo se ci fosse stato maggiore dialogo civile e rispetto umano.
Sono vicino al dolore dei familiari della vittima che in questo momento stanno attraversando un dolore profondo.
Tutto questo dovuto al fatto di voler cosi risolvere futili incomprensioni, che hanno prodotto profondi rancori fino a causarne l’estrema soluzione ingiusta.
Sono vicino ai familiari di chi, si presuppone, abbia commesso l’estremo gesto, i quali, conoscendoli, stanno attraversando dolore e sconforto.
La vita la decide Dio e spetta a Lui decidere quando deve arrivare alla fine.
Come io vi ho amato, cosi amatevi voi gli uni con gli altri.

Lettera firmata