Lettere a Iacchite’: “I politici hanno smarrito il senso della comunità”

Gentile Direttore, (in riferimento al servizio di Report su accompagnamento disabili a scuola),
leggo quello che (non) succede quotidianamente nella nostra regione e mi dispiace, ma non sono per niente stupito. La nostra è una terra complicata, una regione dalla storia unica e controversa, ricca di bellezze e lati oscuri, carente di strutture ma piena di capitale umano straordinario, capace di affrontare adeguatamente qualsiasi problema, eppure a volte ci si perde in un bicchiere d’acqua.
Tanto  è vero che a giudicare dalle notizie che leggiamo, la Calabria solidale rischia di scomparire nella nebbia dell’inefficienza e dell’indifferenza. Infatti, crescere a volte significa anche riconoscere che viviamo in un mondo ingiusto ed iniquo in modo indecente: le nostre città sono spesso luoghi non luoghi in cui nessuno aiuta a costruire un senso di comunità, e chi dovrebbe farlo se non le istituzioni, che a volte non si vedono e non si sentono, se non sono provocate dalla libera stampa?
La sensibilità è un limite quando affoga nell’ignoranza e nel menefreghismo, perchè è proprio questo che ci racconta la quotidianità della nostra terra, il male di vivere dei nostri tempi, il senso di spaesamento che si origina dal vivere in luoghi innaturali al punto di snaturare la stessa umanità, che cerca risposte, oltre che nelle nuove relazioni, soprattutto nella “politica”.
Tuttavia, nessuno ha rimarcato il fatto che non c’era stata la volontà dei media (finora) di cogliere l’occasione di evidenziare che il problema era soprattutto politico: ci sono centinaia di persone in cerca di nuove forme di solidarietà, che narrano storie, un nuovo modo di essere cittadini, ma proprio per questo quando si lavora per gli altri, nonostante le difficoltà, la condivisione e l’empatia non dovrebbero mai mancare.
Il problema è che questi politicanti sono cresciuti ciechi nei confronti della povertà e delle sofferenze intorno a loro, hanno ricevuto un’educazione privilegiata e mi sconvolge il fatto che molti di loro, la maggioranza oserei dire, non riescono proprio a vedere le difficoltà degli ultimi.
E’ dura soffermarsi su questi episodi sconcertanti, perchè questa classe dirigente gioca sulla superficie, mentre dovrebbe andare in profondità ai problemi, parlare con i cittadini, per capire di cosa hanno bisogno e aiutare anche se stessi a capire, perchè è questo che dovrebbero imparare a fare come prima missione.
Purtroppo sembra che abbiano smarrito il senso della comunità: hanno perso non solo i luoghi, ma anche i legami con i propri concittadini, ed invece, dovrebbero (ri)costruire proprio queste cose. Un altro problema è che dicono di stare in politica solo per qualche anno e invece, questa poi diventa la loro vita. l’importante però è essere chiari: lo fanno per loro stessi, per ragioni egoistiche. Ma va bene così. Basta non far finta che il motivo sia un altro.
Quanto a noi, a volte non ci rendiamo conto di avere una voce! Sembra una scoperta sorprendente, ma una voce ce l’abbiamo sempre… anche grazie ad un giornale on-line come il suo.
Salvatore D’Acri