Lettere a Iacchite’: Inquinamento acustico e diffida “leggendaria”

Inquinamento acustico e diffida “leggendaria”

Buongiorno,

scrivo dall’hinterland cosentino, per portare all’attenzione dell’opinione pubblica una singolare vicenda di prepotenza. Dal 2011 i locali sotto il mio appartamento sono stati adibiti a palestra e la mia abitazione è diventata invivibile per il disturbo.

Dopo anni di lamentele condominiali mi sono decisa ad intraprendere la via della tutela giudiziaria e, dopo le misurazioni Arpacal e del Ctu del Tribunale ho ottenuto la condanna della palestra sia a livello civile che penale.

Nello stesso periodo è stata emessa anche una Ordinanza Comunale con cui si intimava alla palestra di effettuare l’insonorizzazione dei locali pena la chiusura dell’attività.

Successivamente all’Ordinanza è stato effettuata un ‘altra misurazione Arpacal che evidenziava il protrarsi del disturbo ai miei danni.

Dopo tutto ciò cosa sarebbe dovuto succedere? Dovevano essere effettuati ulteriori lavori di insonorizzazione oppure la palestra doveva essere chiusa.

Nulla di tutto ciò è accaduto; la palestra ha continuato a svolgere la sua attività indisturbata per un altro anno senza che “nessuno” facesse alcunchè nonostante sollecitato.

Dopo un anno, di propria spontanea volontà, la palestra si è trasferita. E dopo pochi mesi ne è giunta un’altra ed il problema è ricominciato… “più bello e più grande che pria”.  Disturbo continuo, dalle 9 del mattino alle 22.30 di sera .

Vi lascio immaginare cosa significhi sentire continui rumori come di tuono, vibrazioni, scuotimenti all’improvviso e durante tutta la giornata.

Non nascondo che per riprendermi mi sono anche trasferita per lunghi periodi alla casa al mare. Nuove segnalazioni all’Amministratore, nuovi inviti di quest’ultimo senza esito.

Recentemente all’ennesimo richiamo dell’Amministratore a ridurre il disturbo, i gestori della palestra ed i proprietari dei locali non solo hanno fatto orecchie da mercante come al solito, ma hanno rilanciato dicendo che non avrebbero tollerato altri richiami e che chi avrebbe avuto qualcosa da dire avrebbe dovuto seguire le vie legali.

A questa risposta, ben sapendo cosa volesse significare riprendere la via giudiziaria in termini di costi, di fatica, di stress e di tempi, mi è scattata una forma di esasperazione ed ho deciso che quantomeno non potevo continuare a soffrire in silenzio.

Ho scritto dei cartelli per sensibilizzare tutti al rispetto del prossimo, ho chiesto solidarietà, ho denunciato la mia situazione personale e il disturbo acustico come grave forma di inquinamento e li ho esposti sulla ringhiera dei miei balconi; senza citare nessuno e senza recare offesa a nessuno.

Certamente da questa mia denuncia, dai proprietari della palestra, non mi aspettavo un “dono pasquale” ma nemmeno una “tremenda” diffida – gli esperti la definirebbero “temeraria” – i cui contenuti sono tanto pesanti quanto infondati.

Nel mentre si chiede all’Amministratore di attivarsi per far rimuovere i cartelli (per motivi di decoro condominiale) evocando con enfasi il Regolamento Condominiale, mi si accusa di “stalking condominiale”, di condotta biasimevole, di minacce e danni.

Il fatto singolare è proprio questo: il fatidico Regolamento del Condominio all’art. 3- punto c- di fatto vieta l’applicazione di: “targhe, che ciascun condomino volesse collocare all’esterno del portone o a ridosso dei davanzali dei propri balconi o tra gli stipiti delle proprie finestre o in qualsiasi altra parte esterna del fabbricato, sia per indicare il proprio nome (o di una ditta della quale egli si interessi) sia per qualsiasi leggenda (scritta con 2 “g”…) con dicitura pubblicitaria”.

La realtà però è che le targhe e le “leggende” pubblicitarie, poste all’esterno del palazzo, sono solo quelle esposte sopra i locali dei diffidanti. Ed inoltre il decoro architettonico del palazzo è sicuramente stato archiviato da tempo da incuria e degrado.

Da parte mia ho esposto dei semplici cartelli di cui non si trova menzione nel regolamento e che notoriamente non sono targhe e non sono “leggende pubblicitarie”. I cartelli, ora sono  in attesa di una assemblea che chiarisca la differenza tra cartelli e targhe e tra leggende pubblicitarie e comunicazioni etiche.  Mi aspetto una infocata discussione con tanto di dottori in lettere e Cannelutti in erba e sono curiosa di come andrà a finire.

Resta il fatto che I miei cartelli, da una parte hanno fatto emergere la coda di paglia di qualcuno ma d’altra parte hanno suscitato la simpatia dei passanti e molti di essi hanno chiesto ulteriori spiegazioni ed offerto solidarietà.

Questa ultima cosa mi ha spinto a scrivere questa lettera.

Tenuto conto che gli Enti preposti alla tutela dei cittadini non offrono adeguata programmazione e supporto, vorrei estendere le mie considerazioni a tutte le persone sensibili al tema dell’inquinamento acustico e vorrei conoscere, tramite la vostra redazione, eventuali associazioni di cittadini che si occupano di questa problematica.

Cordiali saluti