Lettere a Iacchite’: “La città di Cosenza e Sinistra (?) Italiana”

In un ridicolo articolo scritto da tale Tarasi, Sinistra Italiana torna a ribadire la sua netta presa di posizione per il sì alla città unica nonostante che il portavoce dell’area urbana, Antonio Curcio, si sia dimesso all’indomani della disfatta. Si sarebbe potuto pensare che con queste dimissioni SI ammettesse di aver commesso un grave errore politico, ma niente, insistono con una pervicacia degna di miglior causa.

Il Tarasi sostiene una tesi davvero stravagante secondo la quale la sconfitta del sì sarebbe dovuta all’azione vincente di una imprecisata borghesia che avrebbe infinocchiato una imprecisata fascia debole della popolazione. Una tesi che sarebbe basata su un recente articolo di due economisti che, invece, scrivono di tutt’altro.

Alla testa di questa borghesia ci sarebbero “i detentori di rendite che nei loro palazzi recintati con tristi aiuole che scimmiottano la natura, si barricano nella confort (sic! n.d.r.) zone e difendono caparbiamente il loro spazio privato costruito sull’individualismo e scacciando la comunità. Basta camminare fra i quartieri residenziali di Castrolibero e Rende per respirare quell’aria artificiale in cui viali alberati e sparuti giardini sono buoni per passeggiare cani, con rispetto per i cani, mentre gli spazi di socialità sono, laddove possibile, relegati alla convivialità del cibo e allo shopping…”.

Se si sorvola sull’italiano approssimativo che fa diventare transitivo un verbo intransitivo, si può continuare a leggere, continuando a sorvolare sull’italiano claudicante dell’articolista al quale, poverino, gli fa specie che “una certa sinistra si sia intestata una battaglia identitaria o crogiolata in ghirigori teorici immaginando costruzioni come la città policentrica per la quale occorrerebbe una maturità politica e una visione che al momento non è neanche immaginabile. Del resto si sa che laddove non si voglia far nulla basta impostare artifici teorici sui quale poter fare convegni buoni a costruire curriculum e crediti accademici o testi visionari…”.

Nelle foto si può vedere la sinistra, per niente radical chic di Sinistra Italiana, che si è riunita, alla presenza di una foltissima rappresentanza di tutte le classi sociali più in difficoltà, per partorire quest’analisi in un buio, freddo, umido e malmesso seminterrato della periferia disagiata cittadina discutendone seduta su scomode sedie di fortuna.

Lettera firmata