Lettere a Iacchite’. “Lamezia 2025. Colpo di scena: Doris Lo Moro non risulta tesserata al Pd!”

LAMEZIA TERME – In un palcoscenico politico degno della migliore farsa, Doris lo Moro continua a far parlare di sé con una candidatura “inamovibile” che va sbandierando nei salotti tv e nelle sedi di partito.

Proposta da Masi, ex segretario del Pd cittadino di Lamezia, la candidatura di Doris Lo Moro ha scatenato non pochi scompensi. In un contesto dove un coordinamento venne messo in piedi (e poi delegittimato da un direttivo abusivo convocato dal segretario Masi, sponsor della “candidata Pd” per eccellenza), il Pd sembra essersi trasformato in un laboratorio di sperimentazioni democratiche… o quasi.

Dopo quella fuga in avanti, il Pd di Lamezia è stato commissariato, ma il commissario è anch’egli suddito di Lo Moro e il partito assiste basito alla tragicomica riproposizione della stessa candidatura che aveva determinato il commissariamento. E così, mentre escono smentite del Pd e poi documenti firmati da decine – addirittura centinaia – di iscritti, la signora Lo Moro va in tv per attaccare a sproposito i dirigenti del Pd, sostenendo con arroganza che Gianni Speranza non possa essere suo competitor perché non è “del Pd”.

Il Colpo di Scena da Commedia Grottesca

Il gran finale, però, arriva oggi e cioè quando si scopre che Doris lo Moro non è nemmeno iscritta al Pd! In pratica, la candidata che pretende di essere il baluardo del Pd sta, a tutti gli effetti, devastando il partito da una posizione esterna perché non iscritta! Ormai la voce dilaga a Lamezia Terme…

Una Commedia Politica Senza Registi

Tra alleanze confuse, candidati sabotati e dichiarazioni degne di un cabaret, il Pd si ritrova a dover fare i conti con una vicenda che sembra uscita da un copione teatrale. Ognuno sembra aver dimenticato i propri limiti, e l’unica cosa certa è che il caos regna sovrano. La candidatura di Doris Lo Moro, con la sua aura da “leader” autoproclamata, lascia il pubblico incredulo: se questo è il futuro della politica, forse è il caso di rivedere le regole del gioco. E intanto, il Pd resta a chiedersi se, tra tanta ironia e assurdità, la democrazia non stia diventando il più grande spettacolo dell’anno.

Lettera firmata