Non era mai successo neppure al tempo del severo vescovo Giambro che negli anni Trenta del novecento provocò una rivolta popolare per Sant’Antonio di Padova a Nicastro, ora Lamezia Terme. C’è riuscito l’attuale vescovo Parisi che non perde occasione per combinare guai, credendosi al solito Dio in terra.
A farne le spese è stato il Padre guardiano del convento, padre Biagio Bonasso (nativo di San Giovanni in Fiore), frate umile e mite il cui unico difetto è l’ingenuità.
Mosso dal solito delirio di onnipotenza, Parisi ha chiesto ed ottenuto dal Padre Provinciale la rimozione di Padre Bonasso da parroco e l’espulsione dalla Diocesi di Lamezia Terme. I motivi?
1) disordini durante la Tredicina e la processione,
2) mancata comunicazione del trasferimento del vice parroco della chiesa di Santa Maria degli Angeli (sant’Antonio),
3) mancata partecipazione di Padre Bonasso alla processione per i Santi Pietro e Paolo patroni della diocesi.
Tutte accuse non vere dalle quali purtroppo il povero Padre Biagio non si è potuto difendere. Disordini non ce ne sono stati, anzi mai come quest’anno la festa è stata così partecipata e tranquilla. La comunicazione al vescovo del trasferimento del viceparroco non spettava a Padre Biagio ma al Provinciale. La mancata partecipazione alla processione è dovuta al fatto che il povero Bonasso ha dei problemi alle ginocchia e non può fare lunghi tragitti, tanto che non ha preso parte neppure alla processione di Sant’Antonio del 14 giugno.
E allora, cosa è veramente accaduto tra il vescovo Parisi e il malcapitato Padre Guardiano da arrivare a un provvedimento così drastico?
Il motivo principale sta nel fatto che Parisi non ha gradito la costituzione del comitato organizzatore della festa (che mancava da diversi anni) e la conseguente nomina a presidente dello stesso Padre Bonasso. Gelosia o desiderio di mettere le mani sui fondi raccolti?
Il secondo motivo riguarda i finanziamenti ricevuti dai Padri Minimi (4 milioni e 400 mila euro) per il convento di San Francesco di Paola a Sambiase e dai Padri Cappuccini per la chiesa di Sant’Antonio che ha permesso di togliere dopo tanti anni l’impalcatura interna con la sistemazione del tetto. Secondo Parisi in curia non arriva un euro e a loro sì perché vicini alla destra…
Già il 31 maggio ad inizio della Tredicina Parisi era arrivato prevenuto a celebrare la messa d’apertura. Durante l’omelia si è messo a urlare contro la gente che andava a pregare davanti alla statua. Non contento del solito attacco d’ira, a fine messa si scagliava gridando come un ossesso contro il padre guardiano e gli statuari.
La reazione ha terrorizzato tutti e ha tenuto banco per la durata della tredicina e ha confermato ancora una volta l’isterismo del vescovo.
Non contento della figuraccia rimediata, Parisi ha pensato bene di mettere la ciliegina sulla torta ricorrendo a un provvedimento campato in aria che sembra una vendetta e comunque una vera cattiveria.
La comunità parrocchiale di Sant’Antonio non ci sta e ha chiesto udienza al vescovo per fargli fare marcia indietro. Se non sarà così la delegazione minaccia di informare il Nunzio Apostolico in Italia e la Congregazione dei Vescovi.
Lettera firmata