Lettere a Iacchite’: “Montalto, asili nido privati ancora fermi: il Comune faccia chiarezza”

Buonasera, Direttore.

Desidero avvalermi della sua autorevole testata giornalistica per portare all’attenzione dell’opinione pubblica una situazione che sta creando non poche difficoltà alle famiglie del comune di Montalto Uffugo. Sono la madre di un bambino di età inferiore ai tre anni, iscritto a un asilo nido privato del territorio comunale, da anni regolarmente accreditato e pertanto beneficiario del bonus nido INPS. Preferisco, per il momento, non rendere noto il nome della struttura, in attesa di chiarimenti ufficiali. Da settembre, tuttavia, ci è stato comunicato che il nido non ha ancora ottenuto il rinnovo dell’accreditamento, a causa di un rimpallo di responsabilità tra Comune, Regione e Distretto socio-assistenziale n. 3 “Media Valle del Crati”.

Questo ritardo comporta per le famiglie l’obbligo di sostenere interamente le rette, senza poter accedere al contributo statale che, almeno in parte, alleggerirebbe la spesa. Secondo quanto previsto dalla normativa vigente, prima della scadenza dell’accreditamento le strutture devono presentare la documentazione di rinnovo al SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive). Il nido in questione avrebbe espletato correttamente tale procedura, come dimostrato dalla ricevuta di protocollazione. L’ente competente, in questo caso il Comune o chi ne fa le veci, avrebbe avuto 90 giorni di tempo per istruire la pratica. Tuttavia, a oggi, il termine risulta ampiamente superato e non vi è alcuna comunicazione ufficiale sull’esito della richiesta.

L’unico aggiornamento ricevuto riguarda la richiesta di documenti già depositati da mesi, probabilmente per guadagnare tempo. Da un confronto tra genitori, è emerso che questa situazione non è isolata: diversi asili nido privati del Comune di Montalto Uffugo si trovano nella medesima condizione, e non è escluso che il problema riguardi l’intero Distretto n. 3 Valle del Crati. Sorge dunque spontanea una domanda: per quanto tempo le famiglie, specialmente quelle con più di un figlio, potranno continuare a sostenere rette così onerose senza ricevere il rimborso spettante dall’INPS? E quale alternativa concreta esiste, considerando che i micro-nidi comunali risultano già al completo e non possono accogliere ulteriori bambini? In un momento in cui tanto si parla di sostegno alla genitorialità e diritto all’istruzione, ci si aspetterebbe che le istituzioni – comunali o regionali – tutelassero con maggiore efficienza i servizi educativi per la prima infanzia. Ad oggi, purtroppo, sembra non sia così. In attesa di chiarimenti ufficiali, restiamo fiduciosi che venga fatta piena luce sulla vicenda e che si possa presto giungere a una soluzione che salvaguardi i diritti delle famiglie e dei bambini.

Lettera firmata