Lettere a Iacchite’: “Paola, gli amici degli amici in procura per ottenere proprietà senza averne diritto”

Questa estate abbiamo seguito a più riprese la questione della gestione del patrimonio e del demanio sul territorio. Dalle licenze dei lidi e le finte aziende russe, alle connivenze di alcune figure tecniche con imprenditori e politica con tanto di audio che avevamo recuperato. (Qui uno degli articoli precedenti: https://www.iacchite.blog/praia-scalea-diamante-e-bonifati-il-demanio-come-il-paese-dei-balocchi-di-saverio-di-giorno/ ).

Che la vita del territorio sia controllata da questi legami è ormai dato storico e lo testimoniano mille segnalazioni impossibili da verificare tutte. In questa storia in particolare però, giunta qualche tempo fa, e che ha richiesto il tempo delle verifiche, colpisce il racconto del clima dei paesi dove lo strapotere di pochi è tanto riconosciuto quanto temuto (o voluto a volte). La disperazione spinge a scrivere dei meccanismi fino ad adombrare sospetti sulla procura di Paola (non vedendosi tutelati), ma poi la paura impedisce di andare fino in fondo. La lettera è firmata, le denunce ci sono e si uniscono al materiale precedente e chissà che altri non decidano di essere ancora più precisi.

Ci troviamo nell’Alto Tirreno cosentino, e non nel Basso, perché questa è una storia che ha davvero dell’incredibile, una storia che ci riporta nei luoghi più oscuri della Calabria, dove tutti “per comodità”, fanno finta di non vedere, sentire e se qualcuno parla, parla ma con tanta paura, perché le ritorsioni sono dietro l’angolo, e dove la piovra ha tentacoli e ventose dappertutto…

Delle denunce fatte, ormai se ne è perso il conto: alcune archiviate, alcune forse neppure lette, e in alcune si è tenuta in considerazione solo la relazione scritta di coloro che sono stati incaricati dalla stessa procura.

Siamo lungo la costa tirrenica, dunque si capisce benissimo di quale procura si parla (di Paola ndr), e non sapendo se c’è ancora una o 10 denunce e le rispettive indagini aperte, dobbiamo mantenerci cauti, anche se personalmente a noi manca solo di fare i nomi, dato che siamo a conoscenza di tutti i minuziosi particolari, direi raccapriccianti.

Se solo la Procura avesse capito in tempo il doppio gioco di alcune relazioni, scritte dai loro incaricati, noi non saremmo qui a parlare di queste cose, e alcune denunce sarebbero già iniziate come processi effettivi. Ma che volete, un INCARICATO DELLA PROCURA che altri non è che un Ctu, per salvare la parte accusata cosa fa… chiama per telefono la parte lesa, dice che lui ha difficoltà a reperire quegli stessi documenti che sono stati allegati alla denuncia, si fa spiegare per filo e per segno fin dove la parte lesa può arrivare a dimostrare determinati fatti, legge le relazioni di altri tecnici, e sulla falsariga di tutte queste preziose informazioni, cosa fa… 

Fa in modo che la parte accusata venga prosciolta da ogni accusa, e la denuncia si ferma alle indagini preliminari. E dopo aver acquisito l’intera documentazione, ma solo dopo qualche giorno dice: vedi che tu quella documentazione non potevi darmela, perché abbiamo commesso un illecito… ma a distanza di circa un mese, alla parte lesa, lo stesso Ctu comunica che tutta la documentazione era stata spedita in Procura e che la parte lesa doveva stare tranquilla, dato che “alla stessa lui aveva fatto leggere l’intera relazione, finita poi in tribunale”… Una menzogna, che ha fatto capire che lo stesso Ctu era d’accordo con altri a scrivere tale relazione e questi altri l’hanno anche letta, cambiando a loro favore tutta la denuncia.

Questo stesso, chiamiamolo Ctu, che nel passato, si era prestato, pur non potendolo fare, a consigliare la parte offesa nello scrivere determinate documentazioni, fa in modo, dato il rapporto di fiducia che si era creato, con la parte lesa, a darle consigli, in maniera tale da farle commettere clamorosi errori. E laddove nessuno ha preferito consigliare queste persone nella giusta direzione. Quindi non solo l’inganno ma anche la beffa, in una situazione dove molti privati (geometri, architetti, ingegnere), nonostante siano stati contattati dalla parte lesa avevano paura di dire la verità per paura di ritorsioni. E nonostante questo Ctu, abbia lui stesso consigliato ottimi professionisti dalle svariate professioni, tutti sono stati asserviti a remare contro la gente onesta, per salvare il marcio. Perché in Calabria, i porci con il marcio ci si sfamano.

Ma dato che si parla di porci e di marcio, l’unico indizio che possiamo dare è che non siamo al mare ma in collina, dove grazie all’aiuto di professionisti asserviti al potere marcio, c’è gente che dall’oggi al domani, si ritrova ad essere spogliato della nuda proprietà e nascono all’improvviso dei grandi latifondisti, grazie a delle dichiarazioni che sfiorano l’assurdo. Ci domandiamo se i destinatari della documentazione ufficiale alcune volte si siano mai soffermati a leggere l’effettiva documentazione oppure chiudono sempre quell’occhio per favorire gli amici degli amici.

I motivi sono gli stessi: allontanare i proprietari dai propri beni, per favorire altri. E molti  in paese continuano a dire: ma come?! Si è messa contro quella persona, ma se quella persona ha così tante amicizie, è ammanicato! Quasi che una persona, difendendo il suo, debba anche rischiare di venire ammazzato come un cane, perché chi comanda il territorio, non può essere toccato, quasi a dire … se l’è meritata… oppure che faceva prima a regalare a questa gente ciò che vuole, sempre a regalare ovvio, perché deve essere anche un pacifico dono, e non un atto di pura disperazione o estorsione. E chissà queste sue amicizie che in maniera beffarda si vanta con tutti, che lo favoriscono in qualunque maniera, non le vanti pure in Procura o tra le forze dell’ordine o all’interno di comuni con i cui uffici sono compiacenti all’omertà e al suo servilismo.

E che dire di più, quando si arriva a minacciare, perdonatemi, si invitano in maniera garbata alcuni operai a non mettere piede in un fondo agricolo, perché l’intenzione è quella di costringere il proprietario, o meglio i proprietari, a vendere o ad abbandonare lo stesso fondo, affinché grazie a professionisti compiacenti, altri possano essere poi  i proprietari…. È per questa ragione che dove i porci sbafano è inutile denunciare! E chissà che dopo questo articolo qualcuno non si muova nella giusta direzione…”.

Lettera firmata