Rossano. Sanità
In Calabria ogni santo giorno si parla di crisi di personale in sanità, di personale stremato che lavora in corsia facendo doppi turni. Durante la pandemia sono stati reclutati 30/40 infermieri con rapporto di lavoro Co. Co. Co. per somministrare i vaccini e fare i tamponi, uno di loro è già conosciuto da voi (Sabatino, il faccendiere del commissario, ora direttore generale Antonello Graziano detto Strafalaria, che però ormai ha “svoltato” e si è trasferito a Cosenza). Oggi la pandemia è finita e quasi tutta questa gente è imboscata nelle stanze del distretto di Rossano.
Potrebbero dare una mano. Potrebbero lavorare come tutti gli altri e invece, poiché sono “protetti” da Strafalaria in combutta con il “potentissimo” direttore sanitario Martino Rizzo, anche lui di Rossano, non fanno niente e si fottono lo stipendio.
Aggiungo: questi infermieri sono stati reclutati tramite una graduatoria che avrebbe dovuto inserire gli infermieri nelle scuole. Poiché le scuole durante la pandemia le hanno chiuse il personale è stato utilizzato per vaccini e tamponi. Tutto ciò va bene. Ma avere un’altra infornata di imboscati e per giunta giovani giovani non è affatto corretto. Ma nella sanità comandata da un parassita – come dite voi – e guidata a livello locale da una dinastia di papponi come gli Strafalaria e da un colletto bianco riprovevole come Rizzo, siamo veramente alla negazione di ogni diritto alla salute. E nessuno osa ribellarsi perché tutti sanno che di questa gente, per usare un eufemismo, bisogna avere paura.
Lettera firmata