Lettere a Iacchite’: “San Giovanni in Fiore, la ragazza-immagine (‘na vota…) e il tiranno-bodyguard”

LA RAGAZZA-IMMAGINE E IL TIRANNO-BODYGUARD

Gentile direttore,
le scrivo da San Giovanni in Fiore per parlarle dei tragicomici consigli comunali, ai quali purtroppo noi cittadini siamo costretti ad assistere… rischiando concretamente anche di essere “arrestati”. L’andamento dei Consigli ormai viene deciso dal marito della sindaca: è sempre lui a intervenire, a decidere chi e quando le persone dovevano parlare. Lui sgrida i consiglieri, lui decide tutto.

Presente dall’inizio alla fine, parla come se fosse lui il sindaco e anche il presidente del consiglio, e lei muta con la faccia di chi non capisce niente. Ogni tanto sorride perché non potrebbe e non saprebbe fare altro. Seduta su una sedia per umiliare non solo il ruolo istituzionale ma anche tutte le donne capaci di agire senza mariti al seguito.

Come donna mi sento offesa ad avere una sindaca che non è in grado di svolgere il suo ruolo di prima cittadina, ruolo ricoperto fin dal primo momento da marito che ormai si atteggia a boss della Sila. Ormai il sindaco consorte s’è appropriato del ruolo di usurpatore, ma almeno non nasconde più a nessuno la sua prepotenza e i suoi vili atteggiamenti intimidatori. Una donna sindaca era un motivo di orgoglio per chi come me ha dato fiducia con il voto a questa signora che si presentava come il nuovo, ma che si è rivelata completamente incapace. Il mio dispiacere è nel vedere che questa donna più che ricoprire una carica istituzionale ricopre il ruolo di bambolina da vetrina. Questa donna offende secoli di lotte femminili, lotte per la parità che a causa di questa donna ignorante e incompetente vengono calpestate. Io non capisco come lei stessa non riesca a comprendere che il marito la tratta come se fosse l’ultima delle serve, solo un mezzo per raggiungere il fine del potere. In paese sono tutti scandalizzati da quello che sta succedendo, mai vista una persona così inappropriata al ruolo: che bisogno c’è di candidarsi e fare politica se poi devi delegare tuo marito? Eppure in Italia abbiamo avuto donne come Nilde Iotti e Tina Anselmi, e la stessa Giorgia Meloni sta dimostrando di essere una donna di polso e non una gatta morta come questa piccola donna. Lei non fa politica, non sa neanche dove sta di casa la politica, lei arriva una volta a settimana in paese, fa qualche selfie e poi va via.

Praticamente fa la ragazza-immagine (anche se ha superato i 50 e si vede eccome se si vede, nonostante l’impegno e i trucchi…) come faceva ai tempi del Cosenza Calcio e dell’agenzia Vircillo&Succurro ma sono passati 15 anni…  e adesso al suo fianco non c’è più un grafico ma… l’energumeno del marito che oltre a fare il tiranno fa anche l’autista e il bodyguard della moglie.

Solo che ad avere veramente bisogno di una guardia del corpo sarebbero i cittadini sangiovannesi, minacciati dalla prepotenza di questo personaggio. Quando qualcuno la contatta per un qualsiasi problema lei candidamente dice di rivolgersi a suo marito, conosciuto al secolo come Marco ‘a mbroglia o il comunista col culo degli altri, tutto molto riprovevole.

In questa storia ha molte colpe anche il centrodestra regionale, che ha sostenuto fortemente questa candidatura: possibile che non erano al corrente di quanto fosse limitata? Ma forse era solo utile a mantenere il loro bacino di voti. Dopotutto cosa potevamo aspettarci da una che durante la campagna elettorale del 2020 usava come frase dei manifesti “bella e buona”, nemmeno se fosse una soppressata. E poi, da buona gatta morta è sempre vissuta di intrallazzi politici, mai eletta al comune di Cosenza ma ha sempre ricoperto cariche affidate forse più per “simpatia” che per competenze. La reginetta della Sila che si è messa una coroncina sulla testa quando è stata eletta in questo nostro paese. Io mi sono pentita di averla votata e spero tanto che marito e moglie facciano presto a liberare il mio paese dalla loro presenza ormai non più gradita.

Lettera firmata