Caro Direttore Carchidi,
con questa mia ti voglio parlare di una situazione che per il ruolo che ricopro mi fa registrare quotidianamente una crescente situazione di disperazione e di forte malumore. Scrivo a te Direttore perché come testata giornalistica raccogli e proponi la voce del popolo più che quella della propaganda di politicanti che siedono in Parlamento che di questa nostra terra hanno preso senza dare nulla di concreto e risolutivo.
In questo dramma che sto raccogliendo quotidianamente, e a 65 anni con anni di attività tra le persone in difficoltà, questa è tra la situazione più assurde che mi sia capitata. Il Natale dovrebbe essere un momento di serenità e speranza, ma per migliaia di insegnanti idonei al concorso 2023 sarà tutt’altro che questo. Sono docenti che hanno superato difficili prove concorsuali, dimostrando capacità e competenze. Eppure, nonostante gli sforzi, si trovano intrappolati in un sistema che sembra ignorarli. Senza una graduatoria di merito e senza possibilità di accedere a una vera stabilizzazione, questi insegnanti vivono una condizione di precarietà costante. Non hanno abilitazioni garantite, e molte delle procedure previste dai bandi li escludono a favore di chi possiede già altre abilitazioni o specializzazioni come il TFA, ci sarebbe da ridere se non fosse così tragica e snervante la situazione.
A peggiorare le cose, c’è il ricorso sempre più frequente ai contratti “fino ad avente diritto”, che lasciano centinaia di docenti con il fiato sospeso, senza sapere se il loro posto non sarà confermato da un giorno all’altro. In questa situazione drammatica, il governo Meloni-Salvini-Tajani continua a ignorare il grido di aiuto di chi chiede solo stabilità dopo anni di sacrifici. Piuttosto che affrontare i problemi, il centrodestra sembra più impegnato a polemizzare sui social e attaccare l’opposizione e i sindacati.
Ma la realtà è che queste scelte stanno lasciando a casa migliaia di insegnanti, creando un clima di angoscia e incertezza per loro e per le loro famiglie. Il paradosso è evidente: chi si è impegnato per superare un concorso viene penalizzato; chi ha dimostrato di meritare un posto viene escluso. È questa l’Italia che si vuole costruire? È questa la risposta che si dà a chi lavora ogni giorno per formare le generazioni future? Per gli idonei al concorso, questo Natale sarà fatto di rabbia e amarezza. La speranza è che chi governa si renda conto, prima che sia troppo tardi, dell’ingiustizia che sta perpetuando. Perché nessuno, soprattutto chi ha dato così tanto, merita di essere lasciato indietro.
Tutto sta accadendo nell’impassibilità di tutti questi lavativi, mi faccia passare il termine, anche suoi concittadini, che si sono seduti in Parlamento, alla Regione e si fanno scivolare addosso che tra queste migliaia di persone che hanno messo in uno stato di ansia, qualcuno si sta ammalando perché dopo anni che hanno lavorato seppure da precari hanno fatto mutui, portato il pane a casa, si ritrovano senza lavoro o la mattina vanno a lavorare, direttore vanno a lavorare con adolescenti, senza serenità perché non sanno se sarà l’ ultimo giorno di lavoro.
Vito, un insegnante di Reggio Calabria, chiedendomi notizie su una possibilità di svolta per questa situazione, mi ha confessato “mi hanno fatto passare la voglia di vivere”, e non sto a raccontare altri particolari di altre situazioni. Vito. dopo gravi e dolorose perdite è risultato idoneo a due concorsi. Nonostante questo sistema vergognoso che hanno messo in piedi questi scappati di casa attaccano senza vergogna Landini ogni giorno, ignorando che in tutto questo ci sono calabresi, la regione più povera, e che a questi lavativi e “pisciaturi” come dite a Cosenza li hanno votati, hanno preso i voti e questi lavativi lasciano fare il governo guardando il loro orticello e fanno finta di non sapere che il governo ha messo in una situazione allucinante anche docenti cosentini, crotonesi, reggini, vibonesi. Direttore, ti ringrazio per il servizio che offri a favore degli ultimi e ti auguro ogni bene.
Salvatore Ciurleo