Cosa si nasconde dietro la decisione del nostro vescovo di non voler rimuovere il parroco della comunità di Spezzano Sila?
Ci rivolgiamo ai media per manifestare le insoddisfazioni legittime di noi, normalissimi cristiani, che ci scontriamo con le scelte di una chiesa, sempre più spesso, non rappresentativa di un luogo in cui si possano trovare rifugio, comprensione, accoglienza, amore, coltivando una fede che, nel nostro caso, viene messa a dura prova, ma non crolla.
C’è l’urgenza di una “chiesa-casa”, non di una “chiesa-chiusa” .
L’episodio, che ha fatto nascere la necessità di rivolgerci ai media, è il non essere stati ascoltati da un vescovo per nulla attento ai problemi di una comunità all’interno della quale, l’arrivo del nuovo parroco, fin dal 2016, con il suo operato, ha separato più che unito, ha allontanato più che avvicinato, ha distrutto più che costruito, ha creato tensioni e divisioni fra la comunità.
Un parroco che, col suo modo di fare, non ha saputo conquistarsi il rispetto, l’amore, la collaborazione dei fedeli se non quella di una cerchia di persone da lui scelte e delegate a svolgere qualsiasi compito.
Se il senso dell’unità pastorale è quello di creare una comunità solida e salda, si è ottenuto l’esatto contrario: i giovani, in particolare, si sono allontanati (in parte sono stati allontanati) dalla parrocchia.
Ci preme sottolineare che il vescovo, dopo tante lamentele, recentemente, si è sentito in dovere di venire a verificare di persona la realtà che viviamo e sulla quale, da un anno circa, abbiamo più volte cercato di richiamare la sua attenzione e premura. Ha trovato, essendo per di più domenica, la chiesa quasi vuota.
Ciò gli ha “permesso” di rimproverare quei poveri, pochi fedeli presenti accusando gli spezzanesi di avere smarrito la fede. Con quale coraggio!
Teniamo a sottolineare che la nostra comunità non ha smarrito la fede dal momento che cerca ristoro altrove.
Tutto ciò non vuole essere una critica, ma un invito, a chi di dovere, a riflettere su quanto accade, non avendo ancora posto rimedio a una situazione che, non arginata, è andata sempre più peggiorando.
Dietro suggerimento del suo segretario, che ci consigliava di mettere per iscritto le lamentele basate su “fatti gravi”, è pervenuta nelle mani del vescovo una lettera, puntualmente ignorata come tanti altri messaggi che, sempre attraverso l’ intermediazione del segretario, hanno portato a rimproveri nei confronti di una fedele la quale si è sempre e solo prodigata nel farsi portavoce dei disagi della comunità.
Per essere “distributori” di un servizio non c’è bisogno di una vocazione particolare e non è certamente questo il caso di un rapporto da instaurarsi tra una comunità e il suo parroco: abbiamo bisogno non di un sacerdote per professione, ma per scelta di vita intendendo, appunto , il sacerdozio alta missione.
E’ strano, ma soprattutto inconcepibile e inaccettabile, vedere una parrocchia in cui il parroco fa ciò che vuole, quando vuole, come vuole contrariando le aspettative di tutta la comunità, umiliata pubblicamente dalla sua arroganza.
Non possiamo fruire delle nostre chiese dal momento che non gradisce la presenza di altri confratelli perche a Spezzano e’ lui il padrone: tanti,per la celebrazione di una messa in suffragio di defunti o per l’amministrazione di sacramenti -vedi battesimi- da parte di altri sacerdoti,devono spostarsi in altri paesi.
Le stesse doti di un parroco sono richieste a un vescovo che deve vigilare sull’operato di quella parte di clero che gli è affidata, curarne l’efficienza e la dedizione al ministero di cui i sacerdoti sono investiti.
Ci sentiamo trascurati e, perchè no, indignati e mortificati di fronte al comportamento di un vescovo che, anzichè porsi in ascolto, non tiene conto dei problemi devastanti di una comunità.
Vogliamo una chiesa-famiglia e invece ci troviamo a vivere una chiesa che non rispecchia, nei fatti e con l’esempio, la bellezza del Vangelo.
Non accettiamo che il vescovo continui ad ostinarsi nel non voler porre rimedio alla situazione della nostra comunità in Spezzano Sila adottando l’unica soluzione valida: l’allontanamento del parroco.
Ci chiediamo perchè la sua decisione debba essere irrevocabile! Ma scherziamo?
C’è ancora tempo per salvare quello che rimane di una comunità che vuole tornare ada essere viva e testimone del Vangelo. L’elenco dei trasferimenti è stato reso noto, ma diventerà efficace dal 1° settembre p.v. Sua Eccellenza, ci ripensi!!! E’ suo compito e suo dovere.
Una parte di parrocchiani