Lettere a Iacchite’: “Tirreno Cosentino: dal mare alle Terme, una storia infinita”

Tirreno Cosentino: dal mare alle Terme, una storia infinita

In passato era “mare da bere”, oggi si afferma “le acque del Tirreno Cosentino non sono inquinate”, salvo che si è finiti con 10 avvisi di garanzia da parte della Procura di Paola “Operazione Archimede”, nei confronti di soggetti che hanno causato l’inquinamento del mare, attraverso lo smaltimento di fanghi di depurazione, con controlli falsati e appalti illeciti.

Questi sono i fatti ai quali l’Unione Territoriale del Lavoro di Cosenza non può e non vuole restare insensibile. Riteniamo fuori luogo le minacce di denuncia presso la Procura di coloro che quotidianamente postano sui social le foto di come si presentano le acque del tirreno cosentino in determinate ore del giorno.

Ci saremmo aspettati da chi è preposto in Regione Calabria, di verificare con certezza l’effettivo stato delle acque e non limitarsi a enunciazioni fantasiose quali, la fioritura delle alghe, la mucillaggine, puntualmente smentite da Legambiente, ora costituitasi parte civile.

Alla luce di una problematica atavica, per cui lungi dal colpevolizzare chi da poco è subentrato, ci si fosse, prima della partenza della stagione turistica, attivati per effettuare i controlli dei depuratori dei Comuni, e, qualora riscontrate delle irregolarità, oltre a sanzionarli, intimarli nell’immediato al ripristino dei depuratori previa ulteriore verifica.

Non possiamo comunque assistere al balletto delle responsabilità. Ognuno deve fare la sua parte. Tale situazione negli anni ha causato una emorragia di presenze di chi sceglieva di trascorrere le vacanze nelle nostre località turistiche.

Riteniamo che i responsabili siano esautorati da qualsiasi incarico predisponendo per il futuro una programmazione e, se necessario, alla costituzione di un organo ispettivo regionale in sinergia con la Guardia Costiera, considerata la inaffidabilità e la compiacenza degli uffici dell’ARPACAL, così come evidenziato dalla magistratura, affinché i Comuni si attengono al rispetto delle norme in materia di inquinamento delle acque reflue.

Ultima considerazione, ma non per importanza, la solidarietà che la nostra organizzazione esprime ai dipendenti delle Terme Luigiane, lo riteniamo un “capolavoro” della politica calabrese.

La querelle che vede, da una parte i Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese e la Regione e dall’altra la SATECA, ex gestore, mette in risalto l’inettitudine e l’impegno che riusciamo nel distruggere settori produttivi. In questo caso, una realtà turistica termale, fiore all’occhiello nel panorama nazionale, in spregio alle gravi conseguenze economiche per 250 famiglie e per il tessuto commerciale. Ancora una volta ha vinto il “principio” e non la “responsabilità” di derogare l’appalto alla SATECA in attesa di indire il bando per la nuova gara di appalto.

Un appello sentiamo di fare a S.E. il Prefetto di Cosenza, considerato l’assordante silenzio su vicende che indeboliscono ulteriormente il tessuto economico e occupazionale del nostro territorio: questo è il “sistema” CALABRIA che deve cambiare.

Guglielmo Nucci, segretario provinciale UGL Cosenza