Lettere a Iacchite’: “Vibo, la massomafia come la piovra: entra dappertutto e fa… scuola”

Gentile direttore Gabriele Carchidi,

ringraziandola per essere tra i pochi a dare voce alla nostra povera provincia di Vibo Valentia, a seguito dei recenti articoli sui comuni del Vibonese, un ulteriore approfondimento sull’argomento.

Tutti i comuni del Vibonese andrebbero commissariati. In provincia di Vibo Valentia il sistema é consolidato, è come una piovra che ha inghiottito tutto ciò che di buono poteva essere. Tutti gli uffici dei comuni del Vibonese ospitano impiegati e faccendieri delle ‘ndrine. Nella top ten provinciale, oltre a Nicotera, Tropea, e Acquaro, che si sono viste ultimamente interessate da vicende mediatiche e giudiziarie, anche i comuni di San Calogero, Zungri, San Gregorio di Ippona, San Costantino, Ionadi, Filandari, Vibo Valentia, Rombiolo, Limbadi… ma la lista potrebbe tranquillamente estendersi a tutti i comuni del Vibonese, questi infatti rappresentano i punti nevralgici della massondrangheta vibonese e dell’economia deviata di una provincia messa sotto scacco da un sistema a conduzione familiare.

In ognuno di questi piccoli comuni, istituzioni deviate e malaffare concorrono alla generazione di un’economia drogata. Gli organigrammi familiari di questi piccoli centri del Vibonese sono costituiti da una serie di figure che mettono in collegamento i diversi uffici pubblici, economia, istituzioni e narcotraffico, alimentando un sistema economico deviato e a numero chiuso. Ormai uno standard consolidato da più di quaranta anni vede la presenza nei pubblici uffici comunali di referenti delle principali organizzazioni mafiose attive sul territorio che sono così le prime ad essere informate e ad avere ruolo decisionale sulla vita dell’ente pubblico e di conseguenza sull’intera economia, comunità e vita sociale.

Ciò dissolve la reale funzione super partes istituzionale e impone agli individui un circuito di abusi di potere favoritismi e favoreggiamenti, che concorrono insieme al narcotraffico alla costituzione di un economia di stampo massonico ‘ndranghetista che ha ormai inghiottito anni di potenziali libere iniziative, di chi schiacciato da questo sistema ha trovato come uniche soluzioni l’immigrazione, la rassegnazione e l’isolamento sociale.

Anche in istituzioni pubbliche come le scuole dove si formano i futuri cittadini di questo territorio, vi é la presenza di ‘professori’ che hanno trasformato la scuola in una vera e propria fucina di iniziazioni e affiliazioni di futuri destrieri da destinare alla ‘ndrangheta o alla massoneria in base all’individuale estrazione sociale e previa valutazione da parte dei docenti tal volta in odor di massoneria tal volta in odor di ‘ndrangheta.

Sin dagli anni 60 le professioni più ambite dalla prole della ‘ndrangheta sono state quelle della maestre/i elementari e quella del professore/ssa. La ‘ndrangheta ha intuito già da tempo che l’unico modo per rendere impercettibile il sistema deviato era quello di entrare nell’istruzione, Per poter somministrare il proprio verbo alle nuove generazioni che crescono e vengono formate con questo handicap psicologico percettivo, succubi e talvolta ignari della realtà capillarmente deviata e controllata che li circonda.

Tra i casi più eclatanti, come esempio riportiamo una figura emblematica di questo sistema, un personaggio tra massoneria e mafia che qualche anno fa veniva per mezzo stampa pubblicamente elogiato come uno dei presidi più giovani di Italia, attualmente preside in uno degli istituti comprensivi di qualche comune di quelli sopracitati: ebbene costui oltre ad aver avuto il merito di una carriera così a dir poco fulminea, casualmente vanta la parentela diretta con il finanziere che secondo le rivelazioni del pentito Virgilio (‘Ndrangheta Stragista) sarebbe stato l’anello di congiunzione tra un noto personaggio della famiglia Mancuso di Limbadi e il cosìddetto sistema Ugolini. Ed è proprio a Nicotera, feudo della famiglia Mancuso che questa giovane pedina di uno stato parallelo ha iniziato la sua apicale carriera scolastica. Sarà un caso… ma non sembrerebbe anche a fronte del fatto che il personaggio in questione gode di parentele nella famiglia di ‘ndrangheta del proprio paese di origine e che all’alba delle ultime operazioni della procura di Catanzaro sul territorio vibonese il soggetto in questione, appoggiato da tutta la massomafia vibonese, ha eseguito una serie di spostamenti di sede proprio per evitare che i riflettori colpissero anche la sua losca figura originariamente associata all’Istituto Comprensivo di Nicotera.

Lettera firmata