Lettere a Iacchite’: “Voglio tornare in Calabria dai miei figli a Natale: come devo fare?”

Gentilissimo Direttore,

mi chiamo Antonella Capalbo, calabrese doc, da 25 anni trapiantata al Nord per lavoro. Vorrei, tramite il suo giornale, che seguo con grande interesse per tutti i temi trattati “senza peli sulla lingua”, chiedere alle istituzioni locali e nazionali, visto che si parla di festività da passare con i familiari più stretti entro il primo grado di parentela, come intendono intervenire sui trasporti da regione a regione.

Non ne fanno alcun cenno, come sempre, lavandosene le mani… Una mamma, come me, che ha i suoi figli in Calabria, potrà raggiungerli si o no? O dovrò passare il Natale da sola, entrando ancora di più in depressione? Ecco, solo questo vorrei chiedere a questi signori, che sono ottimi oratori, per carità, ma bla bla bla bla, dicono e non dicono.

Vera la situazione seria del momento, ma la stabilità psicologica di un genitore lontano dai propri figli credo sia anch’essa cosa seria e da prendere in considerazione. IO NON VOGLIO PASSARE LE FESTIVITA’ NATALIZIE QUI AL NORD, LE VOGLIO PASSARE CON I MIEI FIGLI NELLA MIA AMATA E SFORTUNATA CALABRIA E SE LO STATO NON ME NE DARA’ LA POSSIBILITA’, NON SO COSA SARO’ CAPACE DI FARE PER ESSERCI A TUTTI I COSTI. Vuol dire che se ne assumeranno ovviamente la responsabilità. La ringrazio se vorrà dar voce a questa mia missiva e le auguro buon lavoro. Avanti così Dr. Carchidi, dovrebbero essere tutti come lei i giornalisti calabresi, ma  purtroppo non è così…

Con stima, Antonella Capalbo