Lettere a Iacchite’: “La Calabria muore di fame e alla Regione danno promozioni ai soliti privilegiati”

Caro Iacchite’, siamo alle solite.

Ricordate il concorso della Regione Calabria annullato dal Consiglio di Stato? Quel famoso concorso di cui ai decreti dirigenziali del 26 giugno e dell’8 luglio 2003 con cui furono indette le selezioni verticali alle categorie D1 e D3 per il personale dipendente della Regione che riguardavano 985 dipendenti?

Alcuni dipendenti passati alle Province (con lauti compensi) e poi ritornati alla Regione Calabria nell’agosto del 2015. Alcuni andati in pensione con categoria annullata dal Consiglio di Stato, alcuni hanno fatto carriera passando anche a categorie superiori e quindi a stipendi maggiori.

Bene, in barba alla legge, la Regione Calabria con decreto del Dirigente Generale Sergio Tassone  – Registro dei decreti dei Dirigenti della Regione Calabria n 7462 dell’ 11/07/2017 –Dipartimento n.7 “Organizzazione, Risorse Umane, che ha per oggetto “Progressione economiche orizzontali anno 2016 riservato ai dipendenti regionali provenienti dalle amministrazioni provinciali -Approvazione graduatorie provvisorie”, ancora oggi fa regali.

Infatti in detto decreto appaiono promozioni a dipendenti che avevano avuto il privilegio di passare a D1 e a D3 con concorso annullato dal Consiglio di Stato passando a progressioni economiche superiori. Basta solo confrontare i nomi e le date di nascita ed ecco che troviamo i soliti privilegiati.

Ma il Consiglio di Stato emette sentenze inutili? O la Regione Calabria se ne frega della giustizia? Non doveva riportare i dipendenti alla loro categoria che ricoprivano prima del concorso annullato e farsi restituire il plus degli stipendi percepiti per anni e mandare in pensione coloro che sono andati in pensione con la categoria che avevano prima del concorso e recuperare soldi per gli italiani? Sono molto indignata per come opera la Regione Calabria che non fa nulla per i calabresi ma sperpera i nostri soldi solo per alcuni. Mentre aumenta la gente che muore di fame…

Antonia Cucinotta (indignata)