Il 26 luglio scorso alle ore 12:30 circa mi reco al pronto soccorso di Cetraro (CS) dopo essermi tagliata con un vetro alla coscia destra.
Al termine di una breve visita da parte del medico, si era in dubbio sul tipo di medicazione da utilizzare per chiudere la ferita. Hanno provato a mettermi dei punti di sutura ma il dolore era troppo forte. Così hanno deciso di ripiegare su delle semplici “farfalline” (graffette per essere più chiari), in pratica medicazioni effettuate con del nastro adesivo.
Mi dimettono, ovviamente senza alcuna cura antibiotica o analgesica, e mi dicono di tenere la stessa benda per 6 giorni senza alcuna necessità di disinfettare la ferita.
Purtroppo, dopo 2 giorni sono stata costretta a cambiare la benda in quanto colma di sangue. E’ allora che mi accorgo che la ferita aveva un colore per nulla rincuorante, e la gamba era piuttosto gonfia.
Quel giorno, il 29 luglio, alle ore 13:21, decido di recarmi ancora al pronto soccorso dell’ospedale di Cetraro per una più approfondita visita. Qui, oltre ad essere stata male accolta all’accettazione, mi fanno accomodare sull’unica sedia a disposizione, sulla quale avviene perfino la visita.
Questa volta è una dottoressa a visitarmi, che dopo una superficiale guardatina dall’altro capo di una scrivania, mi prescrive un antibiotico, precisamente il MACLANDIN 500mg, e mi dice di prenderlo una volta al giorno per sei giorni.
Al quinto giorno di antibiotico, nessun miglioramento. Anzi, la gamba è sempre più gonfia e la situazione sembra peggiorare di ora in ora.
A questo punto, avendo già testato a mie spese l’incompetenza della struttura ospedaliera di Cetraro, decido di rientrare a Napoli (dove abito) e di farmi visitare immediatamente al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli. In pratica non riuscivo neppure a camminare.
Qui, dopo una (finalmente) accurata visita, una ecografia e una tac con contrasto, mi è stato diagnosticato un grosso ematoma, una flebite e una lacerazione del muscolo vasto mediale del quadricipite della coscia, per cause riconducibili a una errata cura della ferita.
Mi chiedo come sia possibile che, nonostante i mass media ci bombardino di notizie sulla malasanità, non vengano implementate nuove procedure da seguire nei casi urgenti o, almeno, più controlli sul personale ospedaliero.
Mi chiedo come sia possibile che, per una semplice ferita guaribile in 5 giorni con una banale cura antibiotica, mi trovo adesso allettata da 10 giorni e bombardata di medicinali.
Mi chiedo come sia possibile che mi trovo adesso a lottare per scongiurare una setticemia.
Lettera firmata