Carissimo Direttore,
so che altri utenti della strada hanno in passato evidenziato la problematica che sto per enunciare, ma proprio perché nonostante le doglianze di molti nulla si è ancora fatto per risolvere quello che ha me sembra una vera imposizione fiscale, mi accingo a scrivere anche io. I primi giorni di agosto alle ore 1:18 circa percorrevo la S.S. 107 da Paola a Cosenza dopo avere partecipato al matrimonio di un mio caro amico. Ebbene, all’altezza di San Fili vuoi forse per l’ora oppure per le condizioni di visibilità, probabilmente non mi sono resa conto della segnalazione dell’autovelox postazione fissa che da circa un anno assilla chi è costretto a percorrere la strada statale cosiddetta “strada dei due mari”.
Il tratto lo stavo percorrendo con velocità inferiore a quella massima prevista per la tipologia della strada e cioè 90 km/h ma per un decreto prefettizio in detto tratto è stata ulteriormente ridotta la velocità a 70 km/h. Tenendo conto che la velocità di 70 km/h è consentita anche sulle strade urbane, questo fa capire che la scelta è stata dettata solo per fare il favore a questi comuni di fare cassa con il contributo “illegittimo” delle sanzioni comminate a quella parte dei cittadini ed utenti che sono costretti a percorrere una importante strada di collegamento tra il capoluogo e le cittadine costiere di rilievo, per motivi prevalentemente di lavoro.
Del resto non mi risulta che il tratto interessato dall’autovelox fisso sia stato in passato oggetto di un numero rilevante di incidenti che possa giustificare l’abbassamento della velocità. Se si voleva effettivamente contribuire alla sicurezza stradale, tra l’altro sarebbe stato compito del gestore della strada stabilire sistemi adeguati di controllo del traffico e non dare la possibilità di sostituirlo con il comune in esame che non ha competenza, visto che la manutenzione della strada è di competenza dell’ANAS.
Detto ciò, se veramente si voleva sanzionare l’utente – che con i propri comportamenti mette a rischio la propria ed altrui incolumità- si poteva tarare la strumentazione nel rispetto del limite di velocità prevista dal codice della strada per la tipologia della stessa e non costringere l’utente a fare manovre – anche repentine – di riduzione della velocità solamente perché il comune di S. Fili deve rimpinguare le proprie casse “deficitarie” dovute alla cattiva condotta dei propri amministratori locali che nel tempo hanno utilizzato le risorse a disposizione anche per interessi non propri della collettività.
Comunque, per concludere la mia disamina, l’altra mattina obtorto collo, ho dovuto pagare una cospicua somma ad estinzione della contravvenzione, in quanto sentito un mio amico avvocato, ho deciso di non opporre ricorso al Giudice di Pace per i tempi ristretti disponibili per acquisire eventuale documentazione dalla Polizia Municipale, che avrebbe potuto invalidare la contravvenzione. Nell’andare a pagare la multa allo sportello delle Poste, ho appreso dall’impiegata che in questi giorni vi è stata una buona affluenza di cittadini costretti anche loro a pagare la multa di che trattasi.
Ebbene, in base a quanto anzidetto ritengo di dovere lanciare un appello affinché tutti noi cittadini che ci sentiamo ingiustamente vessati per la presenza di un sistema di rilevamento della velocità istituito ad “hoc” per fare cassa, ci unissimo in un comitato contro detto abuso e facessimo sentire le nostri ragioni a chi di dovere, affinché si ripristini un po’ di legittimità in questo nostro martoriato paese, che ormai è in balia di un sistema coatto che tartassa più del dovuto il normale cittadino, per poi elargire i proventi, per alimentare ulteriormente il mal costume e gli interessi di lobby, a discapito delle comunità.
In questo senso di aggregazione, solleciterei anche le varie associazioni a difesa dei cittadini di fare sentire la propria presenza, non lasciando indisturbati questi soprusi che sono perpetrati a loro danno.
La sicurezza sulle strade è importante, ma deve essere fatta in modo serio e non per spremere il cittadino/utente con ulteriori vere e proprie “gabelle” pseudo-legali che sono dei veri abusi normativi.
Mi auguro che questo mio appello venga fatto proprio da molti e che si possa far capire a chi di dovere che le leggi debbono essere fatte per la collettività e non per gli interessi di parte che servono ad alimentare l’illegalità diffusa.
D.B.