Libano, colpita ancora una base Unifil: feriti lievemente quattro italiani

Per la seconda volta in pochi giorni, la base Unp 2-3 della missione Onu a Shama, nel sud del Libano, è stata colpita nello scambio di artiglieria tra le Forze di difesa d’Israele ed Hezbollah. Nell’esplosione sono rimasti feriti quattro caschi blu italiani. Secondo quanto hanno fatto trapelare all’Ansa fonti di governo, non sarebbero in condizioni gravi o in pericolo di vita: «Si tratta solo di escoriazioni…», ha confermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Cosa è successo

Secondo le prime ricostruzioni, due razzi avrebbero impattato nei pressi della base. Uno dei due avrebbe colpito l’esterno del bunker, senza comunque provocare il crollo della struttura. L’altro sarebbe invece atterrato su un locale non lontano dalla polizia militare internazionale, danneggiando le strutture circostanti. Al momento dell’impatto, alcuni militari di servizio sono stati investiti da pietre e schegge partite da vetri frantumati, rimanendo feriti. I resti dei razzi trovati hanno subito sollevato il dubbio che provenissero dalla milizia sciita Hezbollah: si trattava infatti di armi da 122 millimetri, che l’esercito israeliano non ha nel suo arsenale. Ipotesi confermata anche dal ministro Tajani: «Dovrebbero essere due missili lanciati da Hezbollah», ha detto da Torino.