La valutazione del giudice che ha respinto il ricorso avverso il pensionamento presentato dalla dirigente del “Fermi” chiude definitivamente una fase, lunga e difficile per tutte le parti coinvolte all’interno della comunità del “Fermi”: personale docente ed ata, alunni, famiglie.
La abbiamo definita più volte “la triste era Bilotta”, caratterizzata dalla assoluta mancanza di democrazia e di corrette relazioni sindacali, di attacchi ai diritti dei lavoratori e degli studenti, attraverso una visione assolutamente inadeguata in merito alla vivibilità di una scuola ed al suo carattere pubblico.
Le denunce che abbiamo fatto, spesso in perfetta solitudine come FLC, a volte insieme alle altre organizzazioni sindacali, si sono rivelate tutte fondate e negli anni ne sono state riconosciuti i presupposti e la validità.
Chiuso per sempre questo capitolo, per il “Fermi” se ne apre un altro che dovrà essere caratterizzato da una profonda discontinuità nel metodo e nel merito. Un rinnovamento profondo che non può essere di facciata ma sostanziale.
Innanzitutto dovrà essere riconsiderato centrale lo spirito della contrattazione e la centralità del confronto con le parti. In questi anni abbiamo assistito (denunciato e contrastato) una quotidianità fatta di assenza di dialogo e di non rispetto dei diritti contrattuali. La costante negazione di quanto spetterebbe al personale ha dato vita a pratiche arbitrarie ed a soprusi continui. Tutto ciò è per la FLC intollerabile, al “Fermi” di Cosenza come in ogni altra scuola della penisola.
Dovranno tornare protagonisti i lavoratori, con le loro idee e proposte, con la partecipazione libera e convinta ai processi decisionali ed organizzativi. I docenti dovranno riappropriarsi del proprio ruolo nell’elaborazione delle strategie didattiche, il personale ATA dovrà essere coinvolto nella definizione delle proprie funzioni all’interno della scuola. Bisognerà restituire centralità agli organismi collegiali, a cominciare dal collegio docenti, che non dovrà essere più il terreno di imposizioni autoritarie.
Le organizzazioni sindacali e le rappresentanze dei lavoratori dovranno ritornare a discutere dell’organizzazione del lavoro nella scuola.
Tutto ciò impone un indispensabile e profondo cambiamento che dovrà riguardare la musica ma anche i musicanti.
Di tutto questo intendiamo parlare sin dall’inizio di settembre con la nuova dirigente, alla quale auguriamo buon lavoro, avendo chiaro che la ferma e risoluta opposizione che abbiamo condotto in questi cinque anni è stata relativa non certo alla persona ma a metodi e pratiche che non possono avere, a nostro avviso, alcuna legittimità all’interno di una scuola pubblica, presidio di crescita democratica e sviluppo della mentalità critica delle giovani generazioni.
Pino Assalone – segretario provinciale della FLC-CGIL
Francesco Gaudio – componente della RSU della FLC-CGIL