L’impero del “generale” Graziano, trasformista per vocazione

Giuseppe Graziano

Il vero dominus della politica rossanese non è il sindaco Stefano Mascaro, non è don Pasquale “Mollettun” Lapietra (che pure detiene il monopolio assoluto dell’informazione) e neanche i “capizzuni” del PD cosentino che hanno imposto la candidatura dell’attuale sindaco insieme a tutti i faccendieri, vecchi e nuovi.

Il vero dominus della politica rossanese è Giuseppe Graziano detto “il generale” (perché era ufficiale del Corpo Forestale), ufficialmente consigliere regionale ormai decaduto (pensava che nessuno si accorgesse che non si era messo in aspettativa alla Forestale!!!) di Forza Italia ma nella pratica deus ex machina di un movimento, “Il Coraggio di cambiare l’Italia”, che altro non è che un ricettacolo di affari e interessi inconfessabili e che raggruppa molti farabutti della peggiore specie (qualcuno in buonafede ancora si trova ma sono davvero pochi). Proprio pochi giorni fa si è “affiliato” al clan del Cinghiale ovvero Alleanza Popolare. Della serie: Dio li fa e poi li accoppia. Graziano, in sostanza, è un politico trasversale e… senza fissa dimora. Che oggi dice sì a Mascaro, realizzando addirittura un accordo “ufficiale” tra PD e Forza Italia e domani già lavora per “farlo fuori”, come in effetti è accaduto prima della scissione nel suo gruppo al Comune di Rossano.

Il principale protagonista, nonché regista dell’accordo tra Forza Italia e il PD, è stato proprio Giuseppe Graziano. Forte della sua carica politica (che oggi non ha più), ma anche della concomitante appartenenza al ruolo forestale, il consigliere regionale Giuseppe Graziano esplica una intensa attività persuasiva non solo attraverso promesse di posti di lavoro, snellimenti di pratiche, concessione di contributi, ma anche “acquisti” di pacchetti di voto. In particolare, utilizza numerose società nelle quali detiene partecipazioni, con interessi nel settore della gestione ambientale, della vigilanza e così via.

Numerose persone sono state tratte in inganno, in concomitanza delle ultime elezioni regionali, con assunzioni di 2/3 mesi, appena il tempo di assicurare l’elezione del Graziano, per poi vedersi licenziate, anche dopo aver sostenuto ingenti costi per l’accessoriamento (ad esempio guardie giurate che hanno dovuto acquisire porto d’armi, armi e divise a proprie spese).

Il Graziano dispone di notevoli quantità di denaro, che in molti ritengono possano provenire da attività di riciclaggio. E’ stato infatti per quasi 5 anni direttore generale del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria (governatore Agazio Loiero).

Dalle dichiarazioni, nonché da numerose denunce, di tale Antonio Ferrante, emerge un quadro impressionante sull’entità delle risorse finanziarie che il Graziano avrebbe accumulato in quel periodo, frutto – secondo il Ferrante – delle tangenti percepite a fronte delle innumerevoli autorizzazioni ambientali per impianti fotovoltaici, eolici, discariche, depuratori e così via.

Inizia così un dettagliato esposto inviato al procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla, in merito al reato di voti di scambio per le ultime elezioni a Rossano.

Il Graziano dispone di notevoli quantità di denaro, che in molti ritengono possano provenire da attività di riciclaggio. E’ stato infatti per quasi 5 anni direttore generale del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria (governatore Agazio Loiero).

Dalle dichiarazioni, nonché da numerose denunce, di tale Antonio Ferrante, emerge un quadro impressionante sull’entità delle risorse finanziarie che il Graziano avrebbe accumulato in quel periodo, frutto – secondo il Ferrante – delle tangenti percepite a fronte delle innumerevoli autorizzazioni ambientali per impianti fotovoltaici, eolici, discariche, depuratori e così via.

I RAPPORTI CON I CLAN 

Il Ferrante racconta, ancora, di legami abbastanza frequenti, sempre per le autorizzazioni ambientali che Graziano dispensa, con numerosi ambienti criminali di quasi tutta la Calabria. In particolare cita l’autorizzazione di un parco eolico in provincia di Crotone, in capo ad una cosca locale, numerosi parchi eolici nella provincia di Catanzaro alle famiglie Sgromo-Speziali (proprio quelli che hanno fatto affari anche con Calabria Verde, ndr) a fronte di elevatissime somme di denaro, nonché di numerosi impianti rinnovabili e discariche in provincia di Cosenza.

sito-discarica-scala-coeli Nello specifico fa riferimento alla vicenda dell’autorizzazione alla discarica di Scala Coeli, realizzata da una società con sede a Rossano (la BIECO), della quale si era interessata anche la cosca locale per ottenere l’autorizzazione.

Sempre secondo il Ferrante, il Graziano prima trattò con la cosca Acri-Morfò. a fronte del pagamento di un importo di 100mila euro per contanti, per poi restituirli, come riferito dallo stesso Ferrante, in cambio dell’acquisizione di una quota societaria del 40% in capo a un suo fiduciario.

Un capitolo a parte è poi dedicato agli impianti per la produzione di energia da biomassa o per la produzione di pellet, legna da ardere, cippato ecc. per i quali il Graziano ha esercitato la doppia attività di soggetto autorizzatore (per il ruolo regionale di direttore generale del Dipartimento Ambiente) nonché di alto dirigente regionale del Corpo Forestale, attraverso il quale utilizzava ditte conniventi per le concessioni nonché il taglio abusivo di grandi estensioni boschive.

In particolare, il territorio cosentino è stato ampiamente depredato dal taglio abusivo di boschi. Attraverso l’appoggio di alcuni marescialli del Corpo Forestale, sono stati illecitamente disboscati migliaia di ettari nei Comuni di Bocchigliero, Rossano, Longobucco, Acri ecc., da parte di consorterie criminali locali e sempre con la connivenza ed il supporto di ufficiali e guardie forestali al servizio del Graziano, il cosiddetto “generale”.

Insomma, un’azione criminale a vasto raggio che ha consentito al Graziano non solo di drenare enormi quantità di denaro derivante da tali attività, ma anche di controllare consistenti pacchetti di voti in tutti i comuni con forte presenza di ditte boschive e guardie forestali, che gli hanno consentito di essere il più votato della provincia di Cosenza tra le liste del centrodestra (oltre 9.000 voti) e tutto ciò alla sua prima candidatura in assoluto.

In attesa che Facciolla ci spieghi qualcosa in più, ci auguriamo che queste notizie vengano ben valutate da chi stringe alleanze politiche con lui. Cinghiale escluso, ovviamente.