Lo chiameranno BRT ma potrebbe essere un pacco
Archiviate le polemiche per l’assegnazione della costruzione del nuovo ospedale di Cosenza (a Rende!), che in tanti hanno visto come l’ennesimo ceffone rifilato al capoluogo bruzio dopo l’improbabile realizzazione della metropolitana di superficie, arriva la nuova avventura targata Unione dei Comuni che pur non essendo ancora operativa, non si è sottratta al fantasioso esercizio di immaginare una rete di trasporto pubblico intercomunale (BRT ovvero Bus Rapid Transit) capace di supportare le richieste dell’utenza da e per Arcavacata, attualmente rappresentata dall’esercito di pendolari che non risiedono a pochi passi dal campus, destinata ad aumentare in maniera esponenziale in previsione della realizzazione della struttura sanitaria che ancor prima di nascere ha già assunto le sembianze di una divinità bifronte le cui attenzioni sembrerebbero rivolte contemporaneamente all’ateneo quanto alla città capoluogo.
Un film già visto in occasione delle fasi di progetto relative alla metropolitana di superficie che partendo da Piazza Riforma (utenza Ospedale) o Piazza Mancini (utenza FCL oggi FdC) avrebbe attraversato l’allora Viale Parco, intercettando l’utenza FS in prossimità di Vaglio Lise, per raggiungere Rende e infine l’Unical, in un tempo monstre stimato in 40 minuti!
Nulla di fatto se si eccettuano le opere accessorie completate prima di quella principale, decisamente battuta in dirittura d’arrivo dal progetto di riammodernamento dei collegamenti ferroviari della cintura catanzarese (Lido-Germaneto-S.Maria-Catanzaro), con buona pace di chi continua a chiamarla metropolitana pur sapendo che il servizio verrà svolto dalle Ferrovie della Calabria!
Serrata la porta che conduceva agli iniziali 160 milioni di euro dirottati sul capoluogo di regione, si apre il portone degli 8 milioni messi a bando dalla regione a fronte dei complessivi 30 necessari per la realizzazione del percorso BRT immaginato dai tecnici comunali. Come dire un castello di sabbia costruito sul nulla del progetto precedentemente accantonato, che seppure nella sezione bruzia possa contare su un percorso in parte quasi esistente, in quella d’oltre Campagnano finirebbe in un imbuto rappresentato dall’attraversamento sud-nord già martoriato dalla realizzazione di una pista ciclabile che termina in prossimità dello scalo ferroviario di Castiglione Cosentino, percorso già oggi utilizzato come linea estesa per il collegamento con l’Unical attraversando l’inferno stradale rappresentato dalla porta d’ingresso Settimo di Montalto Uffugo-Quattromiglia-Via Marconi-SS 107, fortunatamente drenato sulla direttrice Settimo-Unical dall’accesso di Contrada Rocchi.
Paurosamente ingolfata poi si presenta l’unica via d’uscita in direzione Rende-Cosenza che interessa il tratto della Statale 107 che conduce allo svincolo autostradale di Rende-Cosenza Nord, per attraversare Quattromiglia e instradarsi sul tratto urbano della SS 19 in direzione Cosenza oppure per proseguire fino alla rotonda dello Stadio “Marco Lorenzon” dove poco prima le attuali linee abbandonano la Statale 107 per raggiungere Cosenza bypassando Rende.
Quest’ultima soluzione parrebbe non essere stata presa in considerazione dal progetto BRT proprio perché escluderebbe l’attraversamento di Rende per cui, secondo gli estensori del progetto, il percorso interesserebbe Via Marconi a Quattromiglia di Rende sia all’andata che al ritorno, di fatto rendendo impraticabile al traffico ordinario la stessa via, atteso che le corsie BRT occuperebbero i due sensi di marcia!
Sono sicuro che la buonanima dell’ex sindaco di Cosenza, On. Giacomo Mancini, affidandosi alla sua ironica sagacia, avrebbe sicuramente esclamato: “Ohi cò, ma tu a canusci Renne?”
Giuseppe Donato









