Lo strano silenzio sulla “Repubblica” di Cetraro

Un silenzio strano è calato su Cetraro. Dopo l’ultimo consiglio comunale in cui si è discusso sulla situazione politica del centro tirrenico, i partiti e movimenti cittadini hanno deciso di chiudersi in un silenzio tattico. Un po’ perché non vi è nessun atto amministrativo su cui discutere visto che il Comune è diventato ormai un ufficio di collocamento, un po’ perché si è in attesa delle decisioni del Tar Calabria adito dalla sola consigliera comunale Lorena Matta che da tempo con il suo partito sta dando lezioni di come si fa l’opposizione.

In mezzo a tutto ciò si aspetta al varco cosa deciderà Forza Italia che nell’ultimo consiglio comunale ha formalmente dichiarato di essere all’opposizione. Ma nessuno si fida perché sono troppe le acrobazie di cui sono stati capaci i forzisti. Nel frattempo accade che un paese in dissesto finanziario si conceda il lusso di spendere 20.000 € per il Natale finanziando la Pro Loco che a sua volta spalma questo tesoretto per organizzare piccoli eventi che di fatto non saranno opera degli amministratori ma delle varie parrocchie di Cetraro. Anche su questo tutti in silenzio in attesa che Forza Italia stacchi la spina.

Ma questa è una speranza a cui solo gli allocchi possono credere. Per due ragioni. La prima risiede nel trasversalismo imperante a Cetraro tra Pd e Forza Italia a livello regionale. É stato infatti Gallo Cedrone a salvare la legislatura dietro sollecitazione di Bevacqua Chiu Chiu. Ed è riuscito a far rimangiare tutte le posizioni assunte dai suoi galoppini di Cetraro in Consiglio comunale. Addirittura facendo nominare, nella spartizione che ne é conseguita, due assessori esterni residenti a Cosenza e a Rende nel silenzio di quei consiglieri comunali di maggioranza che pur di stare seduti aspettando il 27 sarebbero disposti a tutto.

La seconda ragione è che andare alle elezioni avrebbe spalancato le porte a Peppino Aieta cosa che Bevacqua teme e che non digerisce perché il “furbacchione” di Cetraro sa leggere e scrivere e quindi potrebbe recuperare consensi e ritornare in Regione. Su questa posizione convergono più soggetti: Bevacqua, Gallo, Iacucci a livello regionale; Cennamo, Cesareo, Caldiero, Quercia (consulente in Regione per il Pd indicato da Chiù Chiù) e Falbo a livello locale. Ed ecco perché solo il Tar potrebbe risolvere la questione che altrimenti non si risolverebbe perché troppi sono gli interessi su Cetraro. Nel frattempo però il clima politico potrebbe intorbidirsi per via di vicende oscure tutte da definire che ruotano intorno al porto.

In più c’è da considerare che anche in provincia di Cosenza il vento sta cambiando se si considera che Orlandino Greco e Sandro Principe sono usciti vittoriosi dal referendum sulla città unica, Mario Oliverio sarà candidato a sindaco di San Giovanni in Fiore e Stasi ha vinto a Corigliano-Rossano.
Ma Cetraro rimane una Repubblica a se. Un Comune in dissesto che si permette il lusso di sperperare 19.000 euro per organizzare iniziative che di fatto organizzano le parrocchie per il Natale. Nel silenzio della Commissione Straordinaria di Liquidazione istituita per gestire il dissesto finanziario che dovrebbe acquisire mezzi e risorse finanziarie dell’ente ai fini del risanamento per il quale l’amministrazione comunale è tenuta a riversare, nella gestione straordinaria di liquidazione, tutte le somme incassate a valere sulla gestione dei residui attivi dal giorno successivo alla data di dichiarazione del dissesto. Ma Cetraro continua ad essere il paese dei balocchi fino a quando questi guappi di cartone non si schianteranno da soli contro il muro della loro inconcludente gestione. E possiamo affermare che sono già sulla strada giusta.