Longobucco. Tumori, timori e omertà

LONGOBUCCO: TUMORI, TIMORI E OMERTÀ

Il 25 aprile scorso, a causa di un male incurabile, nella cittadina silana è venuto a mancare il dott. Antonio Longobucco, a soli 64 anni, stimato medico e responsabile del locale Poliambulatorio sanitario. Pochi mesi dopo, e precisamente il 14 agosto, è morta anche la moglie Serafina Straface, professoressa del liceo longobucchese e sempre a causa di un terribile tumore.

L’1 settembre la sorella della professoressa, Aurelia Straface, pediatra, ha preso carta e penna per sottoporre all’attenzione del sindaco di Longobucco, dott. Giovanni Pirillo, tutte le proprie preoccupazioni… e della comunità, da medico a medico, da professionista a professionista, da longobucchese a longobucchese.

Sottolineando l’incremento delle malattie tumorali, la dott.ssa scrive:

«La mia famiglia negli ultimi mesi è stata letteralmente falcidiata: marito e moglie a brevissima distanza di tempo si sono ammalati e purtroppo hanno perso la loro battaglia. Con questo non si vuole colpevolizzare o accusare alcuno, ma credo sia doveroso chiedersi il perché di tanti casi. lo personalmente come familiare, ma soprattutto come medico, non posso e non voglio rimanere indifferente».

Fra l’altro, si nota.

«Mio cognato era affetto da due forme tumorali primitive, ossia non legate tra loro; mia sorella da un tumore cerebrale, il glioblastoma, il cui solo nome incute terrore, che riconosce tra i fattori di rischio ambientale più noti l’esposizione alle radiazioni. Neanche vivessero alle porte di una centrale nucleare!»

Precisando:

«Senza addentrarmi nello specifico di altre forme tumorali, vorrei focalizzare l’attenzione soltanto sui casi di glioblastoma: dal 2019 ad oggi se ne contano almeno tre e per un tumore considerato raro, il cui tasso di incidenza annualmente si attesta intorno a 3-4 casi ogni 100.000 abitanti. Il numero è fortemente spropositato se riferito alla popolazione di Longobucco: ecco perché non posso credere alla sola tragica fatalità».

 

Silenzio assoluto da tutti! Qualche telefonata di consolazione, qualche articolo di rito.

Stanca e delusa, la dott.ssa Aurelia, è ritornata all’attacco appena qualche settimana fa, in termini ancor più duri.

«Signor Sindaco – inizia la nuova missiva – dopo avere atteso invano (è ormai trascorso un mese) anche soltanto un breve commento a quanto denunciato nella lettera dell’1 settembre, mi chiedo il perché di questo silenzio, francamente incomprensibile, che lascia tanta amarezza».

E continua: Una intera comunità sistematicamente viene messa a tacere, «accusata di complottismo politico o addirittura di creare falsi allarmismi».

Ma la dott.ssa non si lascia intimidire:

«Con o senza le istituzioni la battaglia intrapresa continua e non solo per senso civico ma per quel giuramento fatto al momento in cui ho abbracciato la professione medica che, a dispetto di tutto e di tutti, ritengo essere ancora una tra le professioni più nobili».

Intanto, sono in corso contatti col dott. Ferdinando Laghi per una prossima giornata di studio e sensibilizzazione, con o senza le istituzioni.