Quando c’è da nascondere qualcosa, magari quando un omicidio va mascherato da… suicidio o più facilmente da incidente, oltre all’anima nera in divisa, per gli insabbiatori di professione c’è bisogno assoluto di giornalisti “amici” che tengano ben nascosta la polvere sotto il tappeto e che non rompano le scatole indagando sui fatti.
Come abbiamo avuto più volte modo di scrivere e raccontare in queste lunghe e interminabili due settimane trascorse dal presunto incidente di Lorica, l’Anas comunica l’incidente “autonomo” alle 19,30 ovvero oltre tre ore dopo i fatti e a nessuno viene in mente di dubitare che sia stato davvero un incidente, anche se qualche anomalia a dire il vero c’è, come quella – per esempio – della completa mancanza di fotografie dell’auto incidentata e del luogo del presunto sinistro. Prevale giustamente lo sgomento e il dolore per la tragica scomparsa di una giovane donna di soli 38 anni.
A dire il vero, circola anche abbastanza presto il nome dell’uomo che era con Ilaria in auto, ovvero quello di Mario Molinari, ma anche in questo caso nessuno pensa sul momento che ci possano essere dubbi sulla dinamica dell’incidente.
Poi si mette in moto l’avvocato Ugo Morelli, che diffonde video, foto e scrive persino il nome di Mario Molinari, ma in ogni caso anche il giornalista più rompicoglioni non può non attendere lumi dall’atteggiamento della famiglia della vittima, che nelle ore immediatamente successive alla tragedia, è comprensibilmente disorientata. La nomina di un legale di fiducia, l’avvocato Guido Siciliano, è il segnale che la famiglia non intende piegarsi alla logica del “destino cinico e baro” subito invocata da chi è vicino a Molinari e a questo punto anche noi di Iacchite’ decidiamo di scrivere il nome di colui che si trovava insieme a Ilaria. E tra le testate giornalistiche siamo certamente i primi, per quel che vale.
A questo punto non serve molto tempo per capire che la versione ufficiale fa acqua da tutte le parti ed entra in campo la corazzata dei giornalisti “amici degli amici” che hanno l’unico obiettivo di proteggere il rampollo della Cosenza bene e di allontanare i giornalisti ficcanaso. La stragrande maggioranza dei giornalisti cosiddetti locali si fa gli affari suoi: la Gazzetta del Sud “buca” addirittura la notizia, le molto presunte corazzate di Limbadi e di Lamezia sono decisamente “morbide” e nonostante i dubbi, la notizia sembra quasi scemare di interesse, anche perché i giorni passano e non succede niente. La collega più battagliera è Chiara Fazio del Quotidiano del Sud, che scrive un ottimo articolo di inchiesta sollevando – come noi del resto – i primi inquietanti interrogativi. Quanto basta per allarmare il “grande regista” e gli insabbiatori di professione. C’è bisogno di una prima reazione mediatica e la modalità scelta è quella di un post su Facebook firmato dal fratello “presentabile” di Molinari, Gianmaria, che ha lavorato per qualche tempo a Pubbliemme, la società editrice di LaC, ma se n’è andato sbattendo la porta e che adesso risulta impiegato nella struttura del consigliere regionale del Pd Mimmo Bevacqua, per gli amici Chiù Chiù.
Il giovane Molinari si arroga il diritto di chiedere rispetto (!) per Ilaria ma soprattutto per il fratello “morto nell’anima” ed è chiarissima l’intenzione di stoppare e intimidire chi ha sollevato dubbi e rompe le uova nel paniere. Quel giorno al Quotidiano del Sud la collega Chiara Fazio non c’è, ha il giorno libero, ma tutti sanno che è lei che si sta occupando del caso. Eppure, qualcuno si insinua abilmente nella vicenda, si mette dietro alla tastiera e mette giù un articolo allucinante con un titolo assurdo che non vale manco la pena riportare – se non come documento. Il giorno dopo Chiara Fazio legge il giornale e giustamente s’incazza, va in redazione e non ci mette molto a capire chi è stato l’autore del blitz. Lui è un esperto giornalista che però non si occupa di cronaca nera ma… di sport. Epperò si è preso la briga di valutare come “notizia importante” il post del giovane Molinari, non si è curato minimamente di avvisare la collega titolare del caso e tomo tomo cacchio cacchio se n’è tornato dietro le quinte. Beh, ci dispiace per lui, ma oggi è arrivato il momento di scrivere che il collega esperto, classe di ferro 1949, si chiama Renzo Andropoli e che, con tutto il rispetto per la persona, noi chiameremo Renzo “aumm aumm” per il semplice motivo che avrebbe dovuto avvertire la collega delle sue intenzioni ma tant’è. Così come fanno a Napoli, basta un semplice gesto con la bocca, come faceva il grande Totò, e il gioco è fatto. E invece no, proprio per niente.
Nel frattempo, sono stati costretti a scrivere il nome di Molinari e a prendere posizione anche tutti gli altri giornalisti “amici degli amici”. E così dalle corazzate di Limbadi e di Lamezia si sparge prudenza a piene mani mentre la Gazzetta continua addirittura a tacere nella speranza che non arrivi qualche maledetto media nazionale a turbare la palude che si vuole creare. Perché la gente intanto ha già cominciato a rumoreggiare, le femministe hanno messo uno striscione davanti al porto delle nebbie e organizzano una manifestazione e la famiglia di Ilaria, con l’avvocato Siciliano in prima linea, non dà nessun segnale di voler “accomodare” la vicenda. Come se non bastasse, Canale 5 non si fa gli affari suoi, la sorella di Ilaria dà forza anche a chi, come noi, ha iniziato a diffondere particolari molto imbarazzanti sul rapporto tormentato e burrascoso tra Ilaria e Mario Molinari. E afferma con assoluta cognizione di causa che Ilaria a quel soggetto voleva già lasciarlo fin dai primi di agosto.
Per il “grande regista”, gli insabbiatori professionisti tra i carabinieri e il porto delle nebbie e i giornalisti “amici degli amici” la situazione si fa pesante e quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E così è addirittura Mario Molinari che firma una nota evidentemente scritta da altri nella quale non si intravede neanche un minimo di pietà per Ilaria e per la sua famiglia e si pensa soltanto a minacciare chi rompe le scatole e a salvaguardare il deretano del “grande regista”. Ma ormai i buoi sono scappati dalla stalla e nonostante la decisa scesa in campo della Gazzetta al fianco degli “amici” e la tragicomica difesa del giornalista che vien dalla montagna (licenza poetica) in sul calar del sole con il suo carico di ciucci (non sappiamo se volanti o ribaltati), l’indignazione in città dilaga. La famiglia ha preso il coraggio a due mani e ha deciso di denunciare direttamente Molinari, costringendo la procura a iscriverlo nel registro degli indagati. Stamattina verranno conferiti gli incarichi per gli accertamenti tecnici irripetibili e sempre oggi alle 17 “La vita in diretta” nientemeno che su RaiUno ritorna sul caso e non prevediamo buone notizie per la cricca degli insabbiatori. Alla quale da qui a qualche ora dovrebbe aggiungersi ufficialmente il legale scelto dai Molinari. La nomina di Carratelli non viene manco quotata… a buon intenditor poche parole.