Luminarie a Piazza Fera: un ridicolo spreco di danaro pubblico

Foto FRANCESCO GRECO da Cosenza Informa

Mettere le solite brutte e volgari luminarie, prima di aver completato l’orrendo e pernicioso manufatto sottostante, è frutto della solita VISIONE “ESTETISTICA” DELLA CITTA’.

Come da cinque lunghi anni a questa parte, sono luminarie che aspirano ad avere un modello ispiratore alto, artistico, questa volta, forse, le opere di Magritte.

Purtroppo per tutti noi cittadini, a Occhiuto non solo non gli riesce di realizzarlo concretamente, ma, per giunta, l’esito è sempre lo stesso: un costoso, ridicolo e penoso spreco di danaro pubblico. Una visione superficiale, volgare e populistica della città e del rapporto fra gli spazi e i monumenti pubblici ed i cittadini.

Un’idea circense degli spazi urbani, da spettacolo televisivo di quart’ordine, un’idea priva di spessore culturale ed urbanistico, un’idea, insomma, volgare, come quelle di De Magistris, De Luca, Grillo e Trump (in ordine crescente di importanza).

Una visione che, a Cosenza, comprende l’inconcepibile restauro compiuto ai danni del Castello Svevo trasformato in lounge bar, lo spreco di danaro pubblico per l’ennesima copia del ponte di Calatrava che collega il nulla con il nulla, le inutili piazze e piazzette fatte e rifatte come i marciapiedi, il fallito (per fortuna) “brand” di Alarico nonostante l’enorme spesa per quell’orripilante (Sgarbi dixit) statua equestre che presto verrà portata via dalla prima piena dei fiumi.

La mia non è una critica fine a se stessa, ma un giudizio complessivo sulle opere e sul modo in cui sono state realizzate.

Alberto Frisone