Lupacchini: “La Calabria è come il paese di acchiappacitrulli. Ecco chi ci ha guadagnato dal mio trasferimento”

Lupacchini: la Calabria è come il paese di acchiappacitrulli. Ecco chi ci ha guadagnato dal trasferimento

È come nel paese di acchiappacitrulli dove si viene puniti più per reato patito, che per reato commesso. Con queste due stoccate il procuratore descrive la Calabria. È un fiume in piena il dott. Otello Lupacchini e dà qualche chiave di lettura che ai lettori di Iacchite’ non giunge inaspettata. Parte dal 2005 e arriva al suo trasferimento per incompatibilità facendo un riferimento velato, ma preciso a chi ne ha giovato. L’occasione è la presentazione del libro di Saverio Di Giorno intitolato SODOMìA di cui Lupacchini cura la prefazione. In questa prefazione, come nella diretta, l’ex procuratore ha modo di ricostruire le tecniche e i modi che si operano per garantire impunità a pochi potenti. Al pari il libro ricostruisce, dagli anni ’90 ad oggi, le principali vicende criminali ed economiche della provincia di Cosenza attraverso verbali, racconti e dichiarazioni di collaboratori di giustizia.

Il legame tra SODOMìA e il lavoro di Lupacchini in Calabria è certamente l’inchiesta ministeriale del 2005 da cui il volume prende spuntp – tra gli altri documenti – per ricostruire i retroscena del processo Garden, degli avvocati e magistrati protagonisti che hanno permesso a pentiti e falsi pentiti di insabbiare tutto e inquinare le carte.  “Un’inchiesta che ha girato in tutti gli uffici perché tutti avevano che trovarci dentro”. E su questa Lupacchini è chiaro: “Se ne può parlare liberamente, non è un segreto come qualcuno vorrebbe far credere, perché gli stessi protagonisti hanno denunciato alla magistratura. In quegli anni c’erano procure che perquisivano procure generali, gente che veniva sentita 60 volte per ripetere le stesse cose al magistrato amico. Qualcuno molto in alto a livello nazionale mi chiedeva se avessi usato la parola verminaio”.

Sodomia – https://www.youcanprint.it/sodomia-vita-di-un-boss-e-di-un-operaio-nella-citta-del-potere/b/a49db053-5656-58d3-a5c7-5c4651334187

Lupacchini trova assonanze tra quanto aveva denunciato all’epoca e poi di nuovo da procuratore generale e quanto raccoglie il libro SODOMìA. Cosa in particolare? “Conventicole di avvocati che pretendevano di fare il bello e il cattivo tempo”. Di queste conventicole di avvocati in SODOMiA e prima ancora in un’intervista ripresa da Iacchite’, Garofalo nel libro riporta nomi cognomi ed episodi: “I falsi collaboratori sono un modo per limitare i danni. Sono gli avvocati stipendiati da noi, come Marcello Manna, Pugliese, Sorrentino ad esempio, che dirigono tutto, montano la strategia dicendo di fare dissociazione. Poi c’erano Sammarco, D’Ippolito tutti stipendiati …” e altrove nel libro parlando dei magistrati cui fanno riferimento: “Volevamo arrivare alla procura antimafia e per farlo usavamo un medico in una clinica”. In altri casi sono gli stessi magistrati a dimostrarsi collaborativi. A corroborare tali legami ci sono altri verbali, informative del ROS, denunce dell’inchiesta.

Diretta – https://youtu.be/QDwwN7WBTBA?t=2519

Avvocati e politici graziati da magistrati amici che colpiscono solo i nemici. Come? Lupacchini spiega: creazione di fascicoli specchio, fascicoli che si sovrappongono, fascicoli minaccia. Indagini ad hoc per far fallire i nemici. Ancora, i centri di potere incrociati tra le procure che permettono di auto agevolarsi. Infine, una stoccata alla commistione delle carriere.  Dopo un passaggio sull’abuso di potere di alcuni che amministrano la giustizia arriva un punto interessante; un punto simile tra il volume SODOMiA e De Iniustititae execratione (libro dello stesso Lupacchini).

Chi ci ha guadagnato dal trasferimento di Lupacchini e di quello di Facciolla (aggiunge il procuratore nel libro)? Così risponde: “Beh vede … come qualcuno irridendo il perseguitato si permette di scrivere che la potenza non è quella che si ha ma quella che si può sviluppare, abbiamo la misura dello stato di cose in cui viviamo. Le istituzioni sono sacre, ma camminano sulle gambe degli uomini”. E ai più attenti il riferimento è chiarissimo.