APRIAMO LA CALABRIA ALLA PALESTINA
di Francesco Cirillo
Il piano di Trump è sicuramente una follia ed è inaccettabile da ogni punto di vista e se anche un soggetto come Salvini lo appoggia vuol dire che è ancora peggio. La Palestina è occupata da decine di anni da governi israeliani che l’hanno usurpata di tutto e che nel tempo è diventata una base sionista e americana. I governi israeliani non hanno mai contato nulla e se non avessero avuto l’appoggio incondizionato degli Usa a quest’ora non esisterebbero proprio in quei territori occupati e sarebbe già nata la nazione palestinese come tutti oggi auspichiamo, quello che finanche una nullità come Tajani invoca.
Qualche giorno fa quell’altro servo americano di Prodi ha auspicato, a proposito dei centri di detenzione in Albania, che questi venissero spostati in Calabria dove avrebbero portato lavoro oltre che fare risparmiare soldi pubblici allo stato. Silenzio da parte del governatore della Calabria Occhiuto su questa frase che dimostra ancora una volta come viene vista la Calabria.
Ma la Calabria – lo sappia Prodi e chi gli va dietro – è da secoli terra di accoglienza, dagli ebrei, ai valdesi, agli arbereshe, e prima di tutti dai greci. La Calabria è Riace che ha dimostrato al mondo intero come un piccolo paesino può fare accoglienza, creare lavoro e istruire, e non ha bisogno di centri di detenzione.
Ma se proprio vogliamo fare un salto utopico, immaginiamo che il piano di Trump vada in porto e che quei due milioni di palestinesi di Gaza vengano costretti all’esilio e che quei due milioni vengano rifiutati come già dichiarato da Egitto e Giordania… Potrebbe anche accadere in tempi come questi… e allora stravolgendo il mondo e ben sapendo di non avere ascolto (anche Riace e Badolato erano utopie negli anni ’90 quando accolsero i primi profughi curdi) noi calabresi potremmo dare asilo a questi due milioni di persone, aprendo loro le porte dei tanti paesi abbandonati dei quali è costellata la Calabria.
Paesi in via di spopolamento che verranno distrutti dall’abbandono nei prossimi dieci-venti anni come è già avvenuto a Roghudi e a tanti altri paesi di montagna. Ebbene, questi paesi verrebbero ripopolati, aprirebbero le scuole, si riprenderebbe la coltivazione di terre abbandonate e quindi si porterebbe la Calabria ad essere competitiva con altre regioni.
Un piano Marshall appoggiato dall’Europa che davvero porterebbe lavoro in tutta la regione, integrerebbe le popolazioni, e aprirebbe le porte a un’ emigrazione di ritorno, in quanto ci sarebbe bisogno di medici, insegnanti, operai, ingegneri, architetti, per ristrutturare i paesi, ricoltivare le terre con mezzi meccanici moderni, riprendere le produzioni perdute, del cedro, delle arance, del bergamotto, dei vini, dell’olio, che i palestinesi ben conoscono. Sarebbe la rinascita di una terra, degli uomini e delle donne, e dalla Calabria partirebbe un messaggio di pace in tutto il mondo, facendo restare attoniti i Trump, i Musk, i Salvini, i Vannacci, i Prodi e via dicendo…