Oltre 4 milioni, dicasi quattromilioniduecentomila, di italiani, ieri sera hanno potuto ammirare le bellezze della nostra Calabria profuse a piene mani nel terzo e quarto episodio della nuova serie tv Sandokan.
Nell’articolo precedente avevamo criticato aspramente la fotografia plumbea degli ambienti, ma ieri sera invece abbiamo potuto ammirare… una foresta pluviale assolata con panorami bellissimi sia dall’alto con i droni che in orizzontale con le telecamere tradizionali. Una “cartolina” che attirerà centinaia, ma che dico migliaia, anzi milioni di turisti da tutto il mondo per vedere questi posti magici della nostra Calabria…
Ancora una volta il nostro amatissimo presidente ha fatto centro. Adesso pero’ urge una serie di spot pubblicitari, di video, di reel che mostrino in diretta i posti dove sono stati girati nuovi episodi. Nella nostra totale ignoranza non sapevamo che avevamo foreste simili, sembrava di essere in Oriente o nell’Amazzonia…
Ma il nostro amatissimo presidente, con al seguito la stampa amica e quella specializzata, ci ha detto che il sequel è stato girato quasi per intero in Calabria. Attendiamo con ansia, prima degli ultimi due episodi di stasera, che aspettiamo con il fiato sospeso e pieni di emozione per rivedere gli angoli piu’ belli della nostra terra, attendiamo che Occhiukan, il tigrotto di Calabria (mai appellativo fu più indovinato) ci dica se le immagini degli ultimi episodi siano state girate in Sila, oppure sul Pollino, ma forse in Aspromonte, e perché no, sulle Serre vibonesi… Oppure, come dicono a Cusenza, ara pesta ca li ‘mbacchia…
E il fiume dove i nostri eroi cercano di sfuggire ai cattivi del sultano sarà stato il Mesima, o il fiume Leo, no, forse il Savuto o il fiume Neto. E perché no il fiume Crati che è il più lungo, ma anche il Busento dove forse avranno trovato navigando anche il tesoro di (T)alarico, così almeno la famiglia Occhiuto capisce di che stiamo parlando, altrimenti Alarico non sanno nemmeno chi sia…
E il Castello del sultano, certamente sarà stato uno dei nostri tanti castelli che abbiamo sul territorio. Probabilmente si tratta del Castello di Corigliano Rossano con i suoi affreschi e i suoi saloni. E poi come non complimentarsi con le comparse, certamente tutte calabresi, ma che sembravano indigeni del Borneo… Pensate quanti calabresi hanno potuto guadagnare qualcosa grazie ai soldi investiti dalla Regione. Come per incanto un milione investito si è triplicato. Comunque grazie alle scene con le comparse il serial ha visto alzarsi il suo spessore qualitativo. Mille volte meglio loro che l’interpretazione da cani dei due protagonisti. Adesso abbiamo pure Sandokan accecato. Come diceva Anna Marchesini: Siccome sono cecata…
Non ascoltate certa stampa, anche nazionale, tipo il “Domani”, che asserisce che solo qualche immagine sia stata girata in Calabria nel primo e secondo episodio. In realtà siamo stati i primi a cronometrare i minuti delle bellezze naturali inserite nello sceneggiato.
Ad oggi siamo ad appena tre minuti comprese le immagini del Castello di Le Castella che è stato completamente sfregiato e reso irriconoscibile. Negli ultimi episodi la Calabria è scomparsa. Si sono ” fottuti i soldi” e ciao Calabria. Ma questa crudele verità potrebbe portare traumi letali ai tanti ammiratori del nostro SandoKan calabrese e che da tempo si mettono davanti alla tv ad ammirare le presunte bellezze calabresi.
Come facciamo a scrivergli che anche l’ultimo comunicato Rai dice tranquillamente che il serial è stato girato in gran parte nel Lazio dove è stata ricreata la foresta pluviale e in Toscana dove è stato utilizzato un castello per ambientare la corte del Sultano?
Solo una piccola parte è stata girata in Calabria. Come facciamo a dire ai fan dell’ Occhiukan, il tigrotto calabrese, e della Marianna, la perla di Reggio Calabria, che mentre la Regione Calabria ha speso milioni per questi pochi minuti, la Regione Lazio e la Regione Toscana non hanno messo manco un euro?
Lì l’effetto moltiplicatore è avvenuto senza spendere un euro. Non c’è nulla da dire: a Natale si risveglia nel nostro presidente l’animo da Babbo Natale. Dopo la pista da ghiaccio regalata tre anni fa ai lumbard e ai milanesi, pensavamo che con la cacciata di Orsomarcio la sindrome fosse scomparsa. Invece purtroppo è un virus inarrestabile da cui il nostro Occhiukan è stato posseduto. Lui è sensibile verso i potenti. Siamo passati dal finanziare le società delle Ferrovie dello Stato a finanziare a piene mani la Rai.com e le società che intorno vi orbitano. Attendiamo la fine dello spettacolo per fare il punto anche sui costi che purtroppo sono molto maggiori dei quasi 800 mila euro dell’acconto. Lo facciamo per non rovinare la visione di questa sera. Buona visione. 
Forza Occhiukan, il tigrotto di Calabria. PS: minchia, un’altra serata a vedere questo polpettone. Speriamo che i tanti caffè e una buona Moka drink o Brasilena ci tengano svegli.











