Mal, scout speed malinconico (di Francesca Rennis)

Mal, scout speed malinconico
(Melodramma di quotidiana tecnologia…)

di Francesca Rennis

“Hey Mal, dove te ne vai tutto solo e triste?”
Camminava lentamente, un passo dietro l’altro con le fini braccia penzoloni e quel muso storto verso terra, immerso in chissà quali pensieri. Si è volto verso di me e quasi non voleva rispondermi. Faceva finta di non avermi mai visto, eppure il primo incontro non era stato dei più felici. A dire il vero incontrarlo voleva dire sempre rimetterci qualcosa e, quindi, tutte le persone che conosceva ricordavano di lui solo aspetti negativi tanto da volerlo evitare. Sembrava uno di quei bulli che non sanno neppure quello che fanno, tanto è normale!

“Hey Mal, ma che ti succede?”
“Ormai nessuno mi vuole più vedere – accennò disilluso – nessuno m’invita e, anzi, mi evitano come la peste”.
Se proprio avessimo voluto inventarci un mostro – pensavo tra me e me – l’avremmo disegnato con caratteri burberi, di aspetto pauroso e terribile. Un po’ come quelli immaginati nelle favole che poi finivano con un “…e furono felici per sempre!”. Invece Mal era il neonato di ultima generazione. Il 2.0 della tecnologia più avanzata. Il “mal di pancia” della velocità senza limiti… Solo alla sua vista il povero utente veniva colto da un attacco di dissenteria!

Quando lo avevano montato sull’auto si era sentito orgoglioso del posto riservato con vista panoramica perché avrebbe sconfitto – e lui ci credeva veramente – i pirati della strada; sarebbe stato lo sceriffo con la stella che brillava!
Ora invece a brillare era solo quel furbetto del campanello che suonava allegramente ogni volta si apriva scattando la cassa comunale. “Drin drin – cantava – un’altra multa mi delizia! Drin drin – sospirava – questa musica è perfetta! L’uomo – rideva sotto i baffi – corri e corri, é come un povero pesce e alla fine abbocca sempre!”.