Maladepurazione a San Nicola Arcella. La vasca piena, la fogna e l’acqua diluita nei fanghi

In data 6 maggio 2020 il geometra Claudio Buondonno, responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di San Nicola Arcella, contattava telefonicamente Maria Mandato per informarla che l’indomani sarebbero iniziati i lavori di riparazione della condotta sottomarina. Pertanto, la Mandato informava subito Pasqualino De Summa, al quale chiedeva come poter gestire l’impianto di depurazione durante l’esecuzione dei lavori. De Summa le rispondeva dicendo che sarebbe stato necessario lo scarico delle acque reflue nel vicino canale, previa autorizzazione da parte della Provincia. Sul punto, la donna rispondeva che per scaricare nel vicino canale occorreva aprire qualcosa di non meglio precisato usando un martello demolitore…

In data 9 maggio 2020 si registrava una telefonata tra Pasqualino De Summa e l’operaio Virgilio Cordero nella quale il dipendente riferiva che il contenuto della vasca di laminazione dell’impianto di depurazione di Canal Grande a San Nicola Arcella aveva raggiunto il preoccupante livello di 30 centimetri perché troppo pieno. Pertanto, De Summa chiedeva a Cordero se avesse provveduto a mandare “una parte nel piccolo”, questi gli rispondeva di sì ma gli rappresentava però che in caso di fuoriuscita di materiale defluiranno anche le alghe presenti in superficie… Quindi, al fine di risolvere il problema, De Summa suggeriva all’operaio di deviare il flusso all’interno del canale, per la notte, in maniera tale che le alghe si sarebbero disperse nel rivolo e non sarebbero state visibili in mare: “Tu le devi mandare nel canale, non le devi mandare lì che si vedono…”.

Nell’ordinanza, a tale proposito, si commenta: “… Lapalissiano il fatto che quanto fuoriusciva dall’impianto di depurazione non rispondeva ai criteri previsti dalla normativa di settore e conferma in tal senso giungeva da una esternazione di De Summa (“… ma stamattina dal piccolino… quel poco che usciva era fogna…”) …”.

IL CONTROLLO DEI CARABINIERI 

La mattina dell’11 maggio 2020 i militari del Comando Stazione Carabinieri Forestale di Orsomarso in Scalea eseguivano un controllo all’interno dell’impianto di depurazione comunale di San Nicola Arcella in località Canal Grande per verificare il corretto funzionamento dello stesso e le modalità di scarico delle acque reflue. I carabinieri constatavano la presenza di uno scarico non autorizzato all’interno del Canal Grande, attivato dal gestore a seguito del danneggiamento della condotta sottomarina, regolarmente autorizzata, ottenuto mediante l’utilizzo di una condotta precedentemente occlusa con tappi in calcestruzzo. Sul posto era intervenuto anche, su richiesta degli operanti, personale specializzato dell’Arpacal per eseguire dei campionamenti delle acque e la caratterizzazione delle sostanze riversate nel rivolo.

Per i fatti accertati, Maria Mandato e Virgilio Cordero erano stati deferiti per frode, alla procura di Paola, sebbene dall’esito dell’attività tecnica posta in essere, relativamente al reato di frode nelle pubbliche forniture, emergeva che tutti i dipendenti della Mandato avevano proceduto materialmente alla rimozione del tappo di calcestruzzo per consentire al gestore di sversare le acque reflue in una condotta non autorizzata.

Il giorno dopo, nel commentare quanto accaduto, Maria Mandato diceva a De Summa di non aver mai subito un controllo così accurato e la sua preoccupazione per l’imminente arrivo della stagione estiva, che comportava un notevole aumento degli utenti con conseguente sovraccarico per l’impianto di depurazione. E De Summa le rispondeva: “… Il problema tuo dell’estate… è che se viene uno esperto a fare un controllo… e capisce veramente l’impianto… ti scomboglia tutto…”.

L’ACQUA NEI FANGHI 

Nel depuratore di Canal Grande a San Nicola Arcella, veniva utilizzata l’acqua potabile nel trattamento dei fanghi, una modalità espressamente vietata dalla legge. Tale procedura consentiva una diluizione dei fanghi ed un illecito sversamento degli stessi attraverso la condotta autorizzata allo scarico. A riprova di questa ipotesi investigativa, interveniva la telefonata del 21.7-2020 tra Maria Mandato e Virgilio Cordero nella quale la donna chiedeva al suo dipendente di lavorare il fango con l’acqua e nel contempo si raccomandava di stare attento a diluire sempre. Tale consuetudine attuata con cadenza giornaliera veniva documentata attraverso la visione delle immagini fornite da una CAM installata presso il depuratore…