Maladepurazione in Calabria, la mappa del disastro

Il depuratore di Belvedere

Risale allo scorso mese di giugno il decreto del dirigente del Dipartimento Ambiente che proroga al 30 settembre il termine per il miglioramento di alcuni impianti di depurazione.

Ma per risalire all’origine del provvedimento bisogna fare un bel salto indietro: alla giunta Scopelliti che stanziava 38 milioni di euro per “un intervento finalizzato a garantire il livello qualitativo delle acque di balneazione attraverso azioni mirate nelle aree che presentano maggiori carenze di domanda elevata a carattere stagionale e che riducano gli impatti dovuti a situazioni potenziali di scarichi diffusi di reflui”.

Era il 22 luglio del 2011 e, benché siano trascorsi ormai cinque anni, nel frattempo è intervenuta un’ulteriore proroga, che bypassa nuovamente la stagione estiva, per adeguare gli impianti di depurazione.

Nello specifico, le piattaforme depurative da riqualificare sono quelle dei comuni di Belvedere Marittimo, di Feroleto Antico, di Paola, di Trebisacce, di Torre di Ruggero, di Bagnara Calabra, di Rocca di Neto, di Gioia Tauro, di Villa San Giovanni, di Reggio Calabria, di Briatico, di Nicotera, di Zaccanopoli e poi la provincia di Crotone che presenta l’ulteriore criticità del fallimento della SO.A.Kro.