Il neo direttore della Centrale operativa del 118 di Cosenza Area Nord, Sergio Coscarella, detto anche Frate Tac, noto “uomo di chiesa”, rompe il silenzio e risponde a qualche domanda su un noto media al soldo degli Occhiuto (non è difficile, è l’organo ufficiale, come dicono quelli bravi), dopo esser stato tirato in ballo sul clamoroso caso di malasanità a San Giovanni in Fiore che ha provocato la morte di Serafino Congi.
Il tema dell’intervista è appunto il caso di malasanità che ha riguardato la città silana e, di riflesso, tutto quel abnorme “cucuzzàro” in cui versa la sanità calabrese, cosentina nello specifico.
Senonchè, alla prima domanda del giornalista, interviene a gamba tesa – ma forse sarebbe meglio dire a “panza tesa” viste le dimensioni... – il capo ovvero Antonello Graziano Strafalaria, chiudendo bocche e microfoni sia al suo sottoposto dr. Coscarella che al giornalista stesso, con la solita scusa di rito: “Non può riferire alcunché sui soccorsi prestati a Congi, perché è in atto un’inchiesta interna e non sarebbe corretto dare nel merito anticipazioni alla stampa!”.
Quindi, cari lettori, mettetevi l’anima in pace, perché già da questo passaggio avrete potuto capire che, come al solito, da loro – organo ufficiale in testa – nulla saprete di responsabilità, responsabili, risarcimenti e quant’altro sul caso Congi… e se qualcosa saprete, saranno le solite “mezze verità” studiate a tavolino che si tradurranno, come da protocollo, in un misero “… amàru a chin’è mmùartu!” oppure in un “mannaggia al destino cinico e baro”.
Ma andiamo avanti… dopo il perentorio intervento del boss Strafalaria, Coscarella pare riprendersi la scena, iniziando a sciorinare una serie di asserzioni mai chieste, traguardi mai raggiunti, che costituiscono parte integrante del protocollo di cui sopra che possiamo riassumere in quattro punti:
1. Dare la colpa della malasanità ai decenni di malapolitica.
2. Incensare il parassita Occhiuto perché, da quando c’è lui, i treni arrivano in orario… ah ho, scusate, quello era un altro… Sì, insomma, molto si sta facendo… stando attenti a non menzionarne i risultati.
3. Elencare, a grandi linee, i grandi passi compiuti in Calabria, nella riorganizzazione dell’emergenza-urgenza (postazioni, elisoccorso, cazzi e ramazzi…)
4. Congedarsi dal giornalista dicendogli: vascia a capu, scriva chìssu e basta!
Per il resto… cittu, muti e rassegnàti!
Capirete bene, cari amici, che a conti fatti non è altro che uno di quegli articoli “commissionati” ai media di famiglia, scritti proprio per deviare l’attenzione dell’opinione pubblica, dando l’impressione che davvero qualcosa stia volgendo al meglio mistificando clamorosamente la realtà in perfetto stile… Occhiuto.
Intanto, fonti vicine alla famiglia Congi ci svelano la presenza di un autista, non dipendente Asp, che quella maledetta sera si trovava alla guida dell’automedica, attivata per portare l’equipe medica a San Giovanni in Fiore. Si tratta, quindi, di una persona che ha partecipato a pieno titolo al soccorso del povero Serafino e che potrebbe essere a conoscenza di ulteriori particolari inediti su come siano andate davvero le cose…
In attesa che qualcuno… lo trovi – e siamo sicuri che chi di competenza sa anche come si chiama, dove abita e con chi se la fa – di seguito vi elenchiamo le domande che avremo fatto a Frate Tac Coscarella se ne avessimo avuto la possibilità.
– Quel sabato, è stato scritto, che nessun medico del 118 di San Giovanni in Fiore era operativo. Ma, caro Coscarella, non è proprio lei che sottoscrive i turni dei medici del 118, completi degli ormai famosi weekend non coperti?
– Ci può dire se quella sera è stato attivato l’elisoccorso abilitato al volo notturno con medico a bordo e, se non lo si è fatto, perché?
– A quanto ci è dato sapere, quella sera risultavano operative sia la postazione di Crotone che le equipe reperibili di San Giovanni in Fiore. Perché non attivare loro per trasferire Serafino?
– Tutti a sparare a zero contro il medico di turno nel Pronto Soccorso – perfetto capro espiatorio… ppe ri caggi –, che non ha inteso assumersi la responsabilità, visti i preoccupanti risultati degli enzimi e dell’elettrocardiogramma, di far trasportare d’urgenza a Cosenza il povero Serafino anche senza medico a bordo… non crede che medesima responsabilità abbia avuto nella gestione del soccorso il medico di turno in Centrale Operativa, visto che anche lui aveva facoltà di decidere di trasportare in tutta fretta Serafino a Cosenza anche con ambulanza non medicalizzata?
– E ci dica, dottore, è vero che quella sera neanche l’equipe dei reperibili era stata avvisata del trasferimento?
– Ma passiamo alla parte in cui vi fate i “grandi di culo” con quelle quattro cose che, come Asp, avete fatto per migliorare il sistema di emergenza-urgenza.
Come mai i restanti ragazzi, vincitori del concorso autisti 118, ancora non sono stati contrattualizzati?
Come mai non si dà seguito alla manifestazione di interesse, a cui hanno partecipato le Associazioni che supportano il 118, che da giugno 2024 continuano ad operare senza convenzione e senza neanche uno stralcio di proroga?
Dove, ma soprattutto perché, avete occultato i mezzi (ambulanze ed automediche) acquistati coi soldi dei calabresi, dopo l’intervento de “Le Iene” e come mai non si rendono operative?
Vi vantate di aver aumentato le postazioni… ma molte ancora rimangono solo un idea, mentre ancora la tanto decantata capillarità territoriale è lontanissima da raggiungere. Non le sembra, proprio alla luce di quanto successo a San Giovanni in Fiore, che sia arrivata l’ora di darvi una svegliata e affrettarvi a muovere il culo?