La centrale operativa del 118 di Cosenza è in fibrillazione per i fatti di malasanità di San Giovanni in Fiore che hanno causato la morte di Serafino Congi, dopo tre ore di attesa di un’ambulanza medicalizzata.
Sono tutti molto nervosi e saltano come molle per un nonnulla, la tensione si taglia a fette ed è facile capire il perché. I vertici dell’Asp di Cosenza sanno bene che alla base di tutto quanto è successo c’è una malagestione di quel soccorso, per due motivi gravi. Oseremmo aggiungere molto gravi.
La situazione più delicata è quella degli operatori di turno in centrale (e i loro nomi e cognomi ovviamente sono già di dominio pubblico…). Ma è altrettanto grave la posizione di chi ha permesso che i medici del 118 di San Giovanni in Fiore si facessero i turni a modo loro… mai coinvolgendo i festivi e mettendosi in “vacanza” nel weekend.
Tutti i dipendenti di turno quella maledetta sera di sabato sono stati già interrogati nel corso delle indagini interne aperte dall’Asp e presto vi faremo sapere gli aggiornamenti. Perché è chiaro come il sole che ci sono gravissime responsabilità, dalle quali non possono scappare neanche i “capi” ovvero il deus ex machina del 118 Riccardo Borselli e il buffone che ricopre il ruolo di direttore generale, Antonio Graziano alias Strafalaria. Perché il pesce puzza sempre… dalla testa.